Cosentino arrestato: «Contro di me, una nuova fetenzia»

Cosentino arrestato: «Contro di me, una nuova fetenzia»
di Mario Ajello
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Venerdì 4 Aprile 2014, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 23:39
Gli gridavano i cosentinos, avanguardia casertana dei centomila elettori forzisti che Nick ’o ’mericano pu vantare in Campania: Sei ’o mmeglio!. Lui ci si sente ancora il migliore, sicuramente il più puro, certamente una «vittima di questa ennesima montatura mediatica». Di nuovo agli arresti Nicola Cosentino. E questa lui la chiama «la fetenzia». «Fetenzia» bis.







La prima volta, per altre motivi sempre da territorio ad altissima densità camorristica, Nick finì il carcere il 15 marzo 2013. Dopo tre mesi ottiene i domiciliari. L’otto novembre torna libero. E alcuni giorni più tardi viene inseguito mentre fa jogging nel parco della reggia di Caserta e intervistato nella sua corsa in calzoncini. Dice: «Sono il capro espiatorio di tutto». Lo ripete adesso. E il clima in cui questo personaggio da film - già il soprannome Nick ’o ’mericano è da pellicola sugli italo-americani un po’ così e gli deriva come omaggio al soprannome del padre titolare - è nuovamente immerso è da remake. «Non ho paura del carcere, ci sono abituato», confida in queste ore mentre ripercorre la via crucis detentiva.



IMPRESENTABILI

Berlusconi ormai da tempo lo considera «il primo degli Impresentabili», e perciò disse di sì - «A me dice sempre di sì», assicura la fidanzata - quando Francesca Pascale gli impose di depennare Nick dalle liste delle ultime politiche. Nonostante i suoi voti siano, o erano, tanti. Per ripicca, anche se Cosentino ha sempre negato, il padrone (ormai ex) del del berlusconismo in Campania fece sparire quelle liste da presentare al Viminale e fu un ”giallo”. Non si trovavano più. Vennero riscritte all’ultimo secondo. E la sconfitta di Nick fu plateale. Lui che era abituato a vincere sempre, che aveva reso azzurra una regione che era stata di centro-sinistra qual è la Campania, che aveva visto riconosciuta la sua potenza addirittura con la nomina nel 2008 a sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi. Ma il derby con la Pascale, che ha conosciuto e detestato Cosentino dai tempi (brevi) in cui la futura fidanzata del Cavaliere era consigliera provinciale a Napoli e soffriva i metodi padronali di Nick, Cosentino lo ha perso malamente.



Scaricato da re e dalla principessa, avversato prima da Alfano e sempre da Caldoro il governatore campano su cui Nick è accusato di aver fatto confezionare un dossier scandalistico, ha preparato la vendetta il Casalese. Il quale è sia un politico sia un pesante imprenditore nel campo dei petroli (a cui è legata la vicenda dell’arresto di queste ore) per via familiare. «Davo troppo fastidio», dice adesso, cioè a pochi minuti dagli arresti e a pochi giorni dalla definitiva esclusione (arci prevista) dalla possibilità di correre con Forza Italia alle prossime Europee.



FASTIDIOSO

Il «fastidio» di cui parla sarebbe quello che sta provocando la sua iniziativa, ma lui nega sia sua, di aver creato Forza Campania, gruppo scissionista e rivale di Forza Italia. «Questa è giustizia a orologeria per farmi fuori», è il suo mood. Ossia: crede che gli stiano tagliando le gambe, perchè temono (ma chi? i magistrati?) che se lui si candida da solo alle Europee con Forza Campania la vecchia Forza Italia non tocca palla nelle zone cosentiniane.

Lui si dichiara, ora e sempre, «innocente». Marco Pannella, in un pranzo a Roma dopo la prima scarcerazione, lo ha addirittura paragonato a Enzo Tortora: «Nicola, sei un martire come lui». A molti, non parrebbe.
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