Coppie di fatto: arriva il contratto di convivenza

Coppie di fatto: arriva il contratto di convivenza
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 14 Novembre 2013, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 14:05
Per scelta o per necessit, persone legate da un rapporto sentimentale che preferiscono la convivenza piuttosto che il matrimonio o che non possono, a causa di difficolt economiche, convolare a nozze. In Italia queste famiglie continuano ad aumentare a ritmo costante. Stando ai dati dell'Istat, nel 2007 le coppie di fatto erano 500mila, in tre anni sono aumentate di 472mila e nel biennio 2010-11 a vivere insieme come famiglie, pur non essendo riconosciute dallo Stato italiano come tali, erano 972mila coppie. E sono proprio le convivenze more uxorio, quelle cioè che figurano nella sostanza come nuclei familiari ma che da un punto di vista legislativo non lo sono, ad aver registrato l’incremento più sostenuto, arrivando nel 2011 a essere 578mila. Che sia colpa o meno della crisi economica non importa, a molti basta ancora la favola dei «due cuori e una capanna». Coppie di fatto, dunque, che vivono sotto uno stesso tetto, che accendono un mutuo in banca per acquistare una casa, che decidono di mettere al mondo un figlio, ma che non hanno all’anulare nessuna fede benedetta da Dio o dalle autorità. Ma quando l’amore finisce, quando la coppia scoppia, chi pensa a garantire loro la tutela, se non dei diritti morali, almeno di quelli patrimoniali? Se la legislazione italiana è ancora carente in questo e non solo per le coppie di fatto eterosessuali ma anche e soprattutto per quelle omosessuali, un piccolo eppur importante segnale arriva dal Consiglio nazionale del Notariato che, da oggi, permetterà a quelli che per molti restano ancora nuclei familiari atipici, di stipulare i cosiddetti contratti di convivenza.



I CONTRATTI

Presentati oggi a Roma alla sede del consiglio, i contratti potranno disciplinare i più diversi aspetti patrimoniali di una convivenza, dalle spese comuni, e quindi la definizione degli obblighi di contribuzione reciproca per le spese domestiche, ai criteri di attribuzione della proprietà dei beni acquistati nel corso della convivenza contemplando anche la possibilità di definire un sistema di comunione o separazione dei beni. Il contratto prevede, infatti, anche la possibilità di definire i reciproci rapporti patrimoniali nel caso in cui la convivenza finisca. Inoltre, uno degli aspetti più importanti, è la possibilità di inserire nel contratto la facoltà di assistenza reciproca per tutti quei casi di malattia fisica o psichica oltre alla designazione dell’amministratore di sostegno. «L’unica valenza dei contratti – ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale Maurizio D’Errico – è quella di regolare l’aspetto patrimoniale di una coppia», in modo tale da «garantire – ha aggiunto Domenico Gambereri, membro del Consiglio nazionale del Notariato – una duplice assistenza economica ed evitare ulteriori lacrime nel caso in cui il rapporto finisca». E per quanto riguarda i figli, nati all’interno di una convivenza, il contratto non fa altro che sancire l’obbligo già scritto nero su bianco, da oltre sessant’anni, all’articolo 30 della Costituzione italiana: compito dei genitori è quello di provvedere al mantenimento, all’educazione e all’istruzione dei figli anche se nati fuori dal matrimonio. «Ci sembra una pratica questa – ha concluso il presidente D’Errico – di buona civiltà, che non vuole in alcun modo interferire con quelli che sono gli obblighi morali sottesi a una relazione sentimentale, quanto solo permettere a entrambi una tutela economica». Il trenta novembre si svolgerà in tutta Italia la giornata dedicata ai contratti di convivenza open day, nella quale i consigli notarili distrettuali daranno gratuitamente, a chi ne avesse bisogno, tutte le informazioni necessarie per stipulare un contratto di convivenza, contratto che i notai italiani potranno iniziare a redigere dal prossimo due dicembre.