La vicenda, che vede l'ex premier Silvio Berlusconi nella veste di corruttore, il senatore Sergio De Gregorio in quella di corrotto e Valter Lavitola nel ruolo di intermediario, è stata ricostruita, spiegano i giudici della Seconda Corte di Appello di Napoli, sulla base delle dichiarazioni rese dal senatore Sergio De Gregorio, in mancanza «di un contributo degli imputati». «Berlusconi - si legge ancora nelle motivazioni - ha scelto di non fornire alcuna versione alternativa dei fatti idonea a smentire il narrato di De Gregorio né elementi che debbano essere presi in esame nel giudizio».
Inoltre, si legge ancora nelle motivazioni, l'iniziativa di avvicinare De Gregorio e di proporgli l'accordo fu presa direttamente da Berlusconi che avrebbe utilizzato «la disastrosa situazione economica di De Gregorio (riferita da quest'ultimo a Berlusconi) per promettere di risolvergli ogni tipo di problema economico».
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