Il caso di Cefalù, per quello che è dato di sapere, è stato provocato dall’aver cercato di allontanare i cinghiali rientrati in giardino utilizzando dei cani. La presenza degli atavici nemici ha scatenato la loro reazione. Il tentativo di separare i contendenti ha così prodotto la catastrofe di cui si è avuta notizia. Ora non è che si debba scatenare una persecuzione nei confronti di questa specie, basta già quella attuata dai cacciatori che ne fanno fuori decine di migliaia all’anno.
Ma sicuramente è necessario ridurre quanto possibile le loro immissioni, oggi eccessive e senza controlli, sia di esemplari selvatici puri (magari incrociati con esemplari più grandi e prolifici importati dall’estero) sia di porcastri prodotti tramite l’accoppiamento tra cinghiali e maiali tenuti allo stato brado. Poi è necessario, quando si percorrono zone frequentate da queste bestie, evitare di portare i cani, anche di piccola taglia, che possa suscitare le reazioni molto pericolose, soprattutto delle scrofe con piccoli, particolarmente temerari nella difesa della prole. Per evitare infine l’accesso in fondi privati (colture, giardini e parchi) risultano efficaci le recinzioni con fili elettrificati che per qualche tempo riescono a tener lontano gli ospiti non graditi.
In tutti i casi, quando si tratta di animali selvatici (specie se adusati a contatti frequenti con gli esseri umani) la prudenza non è mai troppa.