Cassazione choc: «Ridate la figlia ai genitori-nonni»

Cassazione choc: «Ridate la figlia ai genitori-nonni»
di Claudia Guasco
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Venerdì 1 Luglio 2016, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 13:59
MILANO - Non è mai troppo tardi per essere buoni genitori. E' il principio affermato dalla Cassazione, secondo cui se sussiste la capacià genitoriale non ci sono limiti di età per essere padre e madre. La prima sezione civile ha restituito la figlia a una coppia di Casale Monferrato, provincia di Torino, revocando in via definitiva la sua adottabilità. La piccola è nata nel 2010 ed è stata dichiarata adottabile tre anni dopo, quando la Suprema Corte ha ritenuto che il papà e la mamma fossero troppo «anziani e sbadati» per poterla crescere. E adesso i giudici ribaltano la sentenza, restituendo la piccola ai genitori. «Solleciteremo la Corte, per lei è stato un calvario», affermano gli avvocati Maria Grazia Boscagli e Francesco Serrao.

LASCIATA IN AUTO
La storia di Gabriella Carsano, 57 anni, e di suo marito Luigi Deambrosis, 69 anni, comincia il 28 giugno 2010 quando vengono accusati di abbandono di minore: durante un trasloco la neonata era rimasta in auto da sola, a un mese e mezzo di vita, nel cortile di casa. Alcuni vicini se n'erano accorti e avevano segnalato l'episodio, i genitori si sono difesi: «Andavamo e venivamo tra l'auto e l'appartamento, la tenevamo costantemente d'occhio. E' stata nel seggiolino sette minuti, il tempo di scaldarle il latte».

Assoluzione piena, ma nel frattempo la figlia è dichiarata adottabile e affidata a un curatore, costituitosi in giudizio contro i genitori. E i periti si interrogano sull'effettiva «capacità genitoriale» della coppia: l'età avanzata «non potrà essere l'unico elemento di giudizio e quindi un pregiudizio, ma unitamente agli altri elementi ha una sua considerevole importanza». Fino alla sentenza d'Appello i Deambrosis hanno potuto vedere la piccola saltuariamente, in un «luogo neutro» e proprio questa limitazione dei rapporti, secondo loro, non permette di creare un legame solido.
 
«La bimba è stata tolta a 35 giorni e da allora ha passato con mamma e papà appena 155 ore su quasi 20 mila ore di vita, ovvero lo 0,8%. La legge prevede che per togliere un bambino alla famiglia ci siano condizioni insufficienti e non recuperabili. E non è certo questo il caso», afferma l'avvocato Fabio Deorsola. Ora la Cassazione ha dato loro ragione, a cominciare dal fatto che le norme vigenti non consentono di profilare «il terrificante scenario di uno Stato che si arroghi il potere di rilasciare l'autorizzazione a procreare solo entro una data fascia d'età».

Non solo: i genitori sono persone brave e stimate, senza «patologie mentali», ed è «lo Stato», si legge nella sentenza, «allorché ha allontanato una neonata a pochissime settimane dalla nascita» ad aver «indotto» nella bimba «il disagio» che ora prova quando mamma e papà, poche volte l'anno, possono vederla.

Corrado Carnevale era il presidente della sezione di Cassazione che nel 2013 emise la sentenza opposta: «Non ho nessun pentimento. Io all'inizio ebbi qualche piccola perplessità, ma dopo una lunghissima camera di consiglio la decisione fu assunta all'unanimità». Senza tenere conto dell'età dei genitori? «Sarebbe stato da sciocchi - afferma - La decisione fu presa solo in relazione al comportamento della coppia, che aveva lasciato in auto la bimba. Il punto non era l'indegnità dei genitori, quanto il fatto di poter accudire la figlia».