Per la Procura, il suicidio dell'arrestato non era nè prevedibile, nè evitabile. «Nessun elemento concreto poteva far ragionevolmente supporre, con una valutazione ex ante, che ci fosse un rischio concreto di suicidio», sostengono i pm. L'uomo era agitato, ma non c'erano circostanze che «dovessero far deporre per un'esigenza di controllo ancora più stringente da quello posto in essere attraverso la conduzione in cella, in un contesto in cui il soggetto sembrava comunque essersi ragionevolmente calmato». Dall'autopsia, inoltre, è emersa una «subitaneità del comportamento» dello straniero, che si è impiccato ed è morto quasi subito: «Una determinazione e un exitus talmente veloci che anche diverse forme di controllo ragionevolmente prevedibili non avrebbero evitato l'atto».
Anche il mancato funzionamento delle telecamere, tema che la Questura dovrà comunque affrontare, per i magistrati non sposta i termini della questione: anche se i monitor fossero stati attivi, «non si sarebbe impedito con certezza l'evento, per la rapidità e l'imprevedibilità dello stesso e per il contesto complessivo della vicenda».
La richiesta di archiviazione è stata trasmessa al Questore, Ignazio Coccia, per eventuali valutazioni in sede disciplinare, ma anche «per quelle che pure potrebbe adottare per un'organizzazione diversa delle modalità di custodia, specie con riguardo al tema degli apparati di videocontrollo delle celle».
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