Bologna, in 200mila con Libera. Don Ciotti: «Mafie e corruzione due facce della stessa medaglia»

Bologna, in 200mila con Libera. Don Ciotti: «Mafie e corruzione due facce della stessa medaglia»
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Sabato 21 Marzo 2015, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:15
Sono 200mila - secondo gli organizzatori - le persone che hanno marciato oggi nel centro di Bologna con Libera per l'iniziativa di solidarietà alle vittime della mafia.



In testa al corteo, che è partito dallo stadio per raggiungere il centro, una gigantesca bandiera della pace con i familiari delle vittime e il fondatore della rete antimafia, don Luigi Ciotti. La manifestazione è stata organizzato a Bologna a 20 anni dalla nascita dell'associazione. «Oggi Bologna sarà la capitale dell'antimafia», ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola.



«Oggi con forza dobbiamo dire che le mafie e la corruzione sono due facce della stessa medaglia», ha detto don Luigi Ciotti. Per don Ciotti «non si può andare avanti così, non si possono avere mezze leggi fatte di compromessi e giochi di equilibrio. Le mafie sono tornate veramente molto molto forti, non sono infiltrate ma radicate».



«Il Governo deve continuare a fare il lavoro che ha fatto sul piano della lotta alla corruzione, fare il proprio mestiere sul piano dell'assunzione delle responsabilità e delle decisioni che deve prendere, essere coerente da questo punto di vista, migliorare la normativa sui beni sequestrati e fare questo percorso insieme a tutta la società civile», ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante la manifestazione di Libera.



Fare questo - ha aggiunto Poletti - «insieme a Libera, insieme a tutti quelli che continuano a dimostrare che c'è una bellissima Italia che queste cose le vuole. E noi insieme a quell'Italia le facciamo». «Oggi sono qui come c'ero un anno fa - ha detto ancora il ministro - e due anni e cinque anni fa. Hanno fatto una scelta giusta, perchè Bologna è una città che ha sempre dato un grande apporto alla libertà, alla democrazia e alla lotta alle mafie».



Da Bologna arriva un «messaggio di forza della legalità, della speranza e di coraggio. Un messaggio all'Italia che vorrebbe rialzarsi da una stagione troppo lunga nella quale ha finito per accettare il ricatto della corruzione, dell'evasione fiscale, delle mafie». Così Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, durante la manifestazione. «Qui ci sono i familiari delle vittime - ha aggiunto -. Bisogna ripartire da loro, che ci dimostrano che per difendere la democrazia si può dare anche la vita. A noi forse è chiesto molto meno, ma quel molto meno dobbiamo darlo con grande determinazione». «Lo deve dare prima di tutto le istituzioni, la politica, lo deve dare tutta la classe dirigente del paese - ha concluso -, le imprese, i sindacati, i professionisti. Lo deve dare ciascun cittadino perché se le mafie sono ancora troppo forti è perchè ne sottovalutiamo il pericolo, non le conosciamo e tutte le volte che ci decidiamo a combatterle diamo loro un colpo forte, grosso».