Bollette più basse e sgravi dall'Europa per chi ricostruisce case a risparmio energetico

Bollette più basse e sgravi dall'Europa per chi ricostruisce case a risparmio energetico
di Italo Carmignani
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Martedì 7 Novembre 2017, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 20:47
Dal nostro inviato
BRUXELLES -La casa del futuro a basso consumo energetico non sarà solo accogliente, ma anche risparmiosa. La scelta è scritta nel futuro dell’Europa e porta contributi per realizzare le nuove oltre a uno sgravio nelle bollette di gas e luce. Vantaggi per tutti, a cominciare da chi deve ricostruire perché la terra e le sue scosse gli hanno preso tutto, anche un tetto. Ci sta lavorando uno dei rami della commissione europea impegnata a portare in Parlamento per l’approvazione l’accordo sul Clean energy package che  prevede entro il 2030 un significativo passo in avanti nell’abbattimento dell’emissioni di carbonio, quanto un deciso passo in avanti rispetto all’uso delle fonti rinnovabili per produrre energia.

E se per i trasporti e per la stessa produzione di energia i limiti del protocollo del Cep scivolano lungo le pareti della realpolitik, perché è già difficile mandare il trasporto pesante su gomma a metano, figurarsi a elettricità, la casa è un passaggio più facile, specialmente dove deve essere rifatta da zero come nelle zone del Centroitalia colpite dal sisma. Un progetto diventato già realtà in molti paesi europei, dalla Germania alla Scandinavia, ma anche nella California del governatore Jerry Brown ieri intervenuto a Bruxelles alla conferenza di alto livello “Clean energy financing”, voluta dal presidente Tajani alla quale sono intervenuti leader del mondo politico ed economico, tecnici e rappresentanti delle organizzazioni non governative.
Il progetto casa ha un respiro breve, perché basta solo riconvertire un settore industriale già incline a rivedere le tecnologie classiche delle costruzioni. Rispetto al dopoterremoto poi, molte soluzioni antisismiche che rendono più sicura la casa coincidono anche con il risparmio energetico.
 
LA CASA DEL FUTURO  
Ma la casa è solo un dettaglio del piano ambizioso dell’Europa. Perché per portare a compimento quanto ci si è prefissati serviranno almeno 400miliardi l’anno, praticamente 177 miliardi in più rispetto agli stanziamenti e agli impegni attuali. Lo sforzo serve a finanziare quel cambio di passo un più che porta l’Europa dalla soglia del 2020 a quella del 2030, quando le riduzioni di Co2 dovranno scendere del 40 per cento, mentre le fonti rinnovabili dovranno salire dal 20 al 27 per cento con un incremento dell’efficienza energetica del 30 per cento. Per raggiungere questa misura non basteranno solo i finanziamenti pubblici e l’impegno dei paesi membri, ma sarà indispensabile ottenere un contributo da parte delle imprese private. Convocata alla vigilia d’importanti decisioni, la conferenza tenuta ieri, martedì 7 novembre, ha segnato un punto di non ritorno: non saranno più tollerati sprechi. Perciò sia il presidente Tajani che il commissario all’Energia e al Clima, Miguel Arias Cañete hanno dichiarato guerra a tutti quei progetti che possono ostacolare la strada verso il raggiungimento degli obiettivi. Una battaglia la cui arma principale sarà quella di non finanziare più quei piani di sviluppo in cui l’energia e il suo risparmio non vengano rispettati. Certo, immaginare uno scenario a breve in cui la Cina, tra i primi produttori di acciaio al mondo, non utilizzerà più il coke per la siderurgia, non è credibile. Cosi come non sarà permesso di umiliare gli investimenti in materia di biocombustibile di prima generazione e di gas metano fatti qualche anno fa e ancora non rientrati. Ieri a Bruxelles, però, la Snam ha dichiarato la volontà di andare a una decarbonizzazione del gas, quanto a un maggior uso di gas liquido per limitare l’impatto delle pipeline lungo il Belpaese. Leggero ed economico, il gas è il combustibile ideale per la transizione energetica verso l’elettrico. Sostiene Jerzy Buzek, presidente della commissione Itre: «E’ impossibile pensare di eliminarlo nel breve periodo. Perciò è la migliore soluzione per passare da una all’altra era energetica».

IL NODO ENERGIA
Come è stato per i rifiuti e la differenziata, diventati un comandamento quando l’impresa privata ha trovato conveniente separare e riciclare quanto veniva gettato, così per l’energia il processo sarà analogo. Spiega Tajani: «Pochi sanno che l’economia europea è cresciuta del dieci per cento, mentre il consumo di energia è calato dell’undici per cento». Il vecchio indicatore che voleva la misura del benessere economico legata al consumo di energia è quindi tramontato. Perciò hanno un futuro quelle imprese che riusciranno a conciliare la sostenibilità energetica con lo sviluppo. E sarà compito dell’Europa piegare i bilanci e le loro cifre sempre più alle politiche comunitarie e non ai finanziamenti a pioggia, come sottolinea ancora Tajani. Dall’alto dei suoi 79 anni, il governatore californiano Brown, che si dovuto misurare con il suo predecessore Schwarzenegger, a Bruxelles non ha chiamato a raccolta solo gli imprenditori, ma soprattutto le genti: «Alla conferenza internazionale dedicata all’ambiente – annuncia Brown – in programma in California a fine del 2018, non chiamerò governi e capi di stato, ma i cittadini che vogliono impegnarsi dal basso a un miglior uso dell’energia, dalla loro casa  alle loro automobili». Day by day.
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