Berlusconi assolto, il lungo duello e la sconfitta di Boccassini e dei pm milanesi

Berlusconi e Boccassini
di Cristiana Mangani
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Sabato 19 Luglio 2014, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 10:39
rimasta chiusa nel suo ufficio a lavorare, e chi conosce bene Ilda Boccassini sa che deve essere stato un giorno terribile. È lei la vera sconfitta di questa sentenza di assoluzione: il procuratore aggiunto, capo della Dda di Milano, che dalle dichiarazioni di una ragazzina scapestrata è riuscita a scoperchiare una scandalo che ha avuto portata internazionale e ha affossato Berlusconi premier.





La Corte d’Appello ha deciso che il Cavaliere non era a conoscenza della minore età della giovane marocchina, ospite delle sue feste ad Arcore. E che non c’è stata concussione per induzione quando ha chiamato in Questura a Milano per chiedere di consegnare la ragazza all’amorevole Nicole Minetti, all’epoca consigliere regionale.



Ieri la battagliera pm ha ricevuto la visita del suo capo, il procuratore Edmondo Bruti Liberati. Con lui sta condividendo le fasi critiche dello scontro davanti al Csm, generato dalle accuse del capo del pool anticorruzione Alfredo Robledo. Come già fatto in primo grado, dopo la condanna a sette anni per Berlusconi, anche questa volta Bruti non ha voluto commentare la sentenza. Ma è sembrato chiaro a tutti che il colpo è stato duro.



LE ARRINGHE

Le abili arringhe degli avvocati Franco Coppi e Filippo Dinacci sono riuscite a trovare la falla nella rete che Boccassini aveva tessuto intorno ad Arcore e ai suoi ospiti. Nei giorni successivi allo scandalo, infatti, la procura aveva preso le difese della polizia che, davanti alla telefonata di Berlusconi per il rilascio di Ruby, non si era opposta alla richiesta mostrando maggiore cautela nel consegnare la minorenne alla Minetti. Questo, secondo molti, avrebbe finito con l’indebolire l’accusa. Anche se la tesi sulla quale ha insistito il professor Coppi è diversa: «Fare un favore al presidente del Consiglio non rientra in nessuna delle due ipotesi di concussione, né per costrizione, né per induzione. Una cosa è avere una sorta di timore reverenziale per il premier, una cosa è averne paura». La Corte, infatti, se avesse voluto, avrebbe potuto riformulare il reato da costrizione a induzione. E anche se nel frattempo è subentrata una nuova legge, non avrebbero usato la formula del fatto non sussiste, ma quella del fatto non costituisce più reato.



Bisognerà aspettare le motivazioni per capire quali siano state le reali ragioni della decisione. In primo grado a giudicare erano state tre giudici donne. Ieri il verdetto è stato letto dal presidente Enrico Tranfa, un passato da gip con decisioni nelle inchieste sulla Gdf. Insieme con lui Concetta Lo Curto che nel 2010 ha assolto l’allora deputato del Pdl Massimo Maria Berruti, imputato per la vicenda Mediaset. E Alberto Puccinelli, anche lui giudice relatore al processo di Appello che ad aprile si è concluso con la prescrizione per Berlusconi, imputato per la vicenda del “nastro” Unipol.



IL CSM

La decisione di ieri è piombata su una Procura già scossa da oltre quattro mesi di scontri al vertice per la lunga querelle tra Bruti Liberati e l'aggiunto Robledo. Due giorni fa, poi, il plenum del Consiglio superiore ha deciso di trasmettere gli atti dello scontro tra Boccassini e la Dna al pg della Cassazione e al Guardasigilli, mentre i contrasti tra Bruti e Robledo continuano, con il secondo che ha inviato altri due esposti lamentando le esclusioni dalle inchieste sulla Piastra dell'Expo e sul Mose.



Insomma, in questo clima, in cui pesano anche certe frizioni tra la procura e la procura generale (il Pg Manlio Minale ha mandato al Csm una lettera fortemente critica su alcune scelte di Bruti), è arrivata l'assoluzione per Berlusconi. Intanto, a settembre ripartirà l'appello “Ruby bis” a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Mentre l'inchiesta “Ruby ter” quella sulla presunta corruzione dei testimoni, nella quale sono indagati anche Berlusconi, Ghedini e Longo, potrebbe subire contraccolpi dopo questa assoluzione.
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