Milano, muore a 24 anni di meningite: sessanta persone in profilassi

Alessandra Covezzi
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Venerdì 29 Luglio 2016, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 12:23

Stroncata dalla meningite a soli 24 anni. Alessandra Covezzi è morta in poche ore dopo aver contratto la malattia. Era una studentessa universitaria, frequentava alla Statale di Milano un master in Industrial Chemistry. Ed era proprio a Milano quando si è sentita male, nella mattinata di martedì 26 luglio.



In serata la sepsi fulminante, causata da una meningite da meningococco C (batterio contro il quale esiste un vaccino), non le ha lasciato scampo. La sera stessa la ragazza è morta all'ospedale Fatebenefratelli dove l'ambulanza l'aveva trasportata d'urgenza. In Pronto soccorso è arrivata alle 20 del 26 luglio in codice rosso. Le sue condizioni erano già gravissime e dopo un paio d'ore, alle 23, è morta.  Immediata è scattata anche l'indagine epidemiologica, la ricerca dei suoi contatti più stretti, amici e colleghi di università, familiari e tutte le persone che sono entrate in contatto con lei nei dieci giorni precedenti (periodo di incubazione del batterio). Gli infettivologi dell'Ats della Città metropolitana di Milano sono stati allertati «nella tarda serata» di martedì, spiega all'AdnKronos Salute Giorgio Ciconali, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell'agenzia milanese di tutela della salute.

60 PERSONE IN PROFILASSI Una sessantina di persone sono ora sotto profilassi. Compresa l'équipe dell'ambulanza che ha trasportato la ragazza in ospedale. La profilassi in questi casi prevede una breve terapia antibiotica di 3 giorni. «In poco tempo abbiamo identificato i contatti della studentessa. Alcuni non erano a Milano e sono stati contattati da altre Asl». Nei giorni scorsi, infatti, Alessandra era tornata a casa a Ferrara.  Quando si è sentita male, martedì mattina a Milano, la studentessa accusava febbre, malessere generale, mal di testa. In serata la corsa in ambulanza. I genitori che lei stessa aveva avvertito l'hanno raggiunta in tutta fretta nel capoluogo lombardo, ma quando sono arrivati stava già malissimo. «È successo tutto nel giro di pochissime ore», spiega Ciconali. «Al momento non sono stati registrati altri casi, ma devono passare dieci giorni (dal 26 luglio) per essere certi che non ce ne siano più. Tutto quello che si doveva fare è stato fatto. E in questo caso le ricerche dei contatti sono state più mirate. La ragazza non ha frequentato locali, e stavolta non sono serviti appelli generalizzati» anche sui social «come in altri casi recenti».
 

 

IL PARERE MEDICO Tristi episodi come questo, sottolinea Luca Bernardo, direttore della Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco, «ci ricordano quanto sia importante vaccinare.
Bisogna sottolinearlo sempre». Contro il meningococco C il vaccino viene somministrato ai bebè in concomitanza con le prime vaccinazioni obbligatorie. «Serve fare campagna per i vaccini, invitare tutti per patologie come queste, che hanno un decorso fulminante, a immunizzarsi. Giovani, mamme, chi viaggia e chi vive in mezzo alla gente. Vaccinarsi salva la vita a se stessi e agli altri. Il vaccino non solo si può, ma si deve fare», conclude.

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