Elezioni europee, voto più facile per studenti fuori sede (ma non per i comuni). Ecco come funziona

Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento per permettere agli studenti fuori sede di votare nei "domicili temporanei" in occasione delle elezioni di giugno 2024. Esistono però alcune perplessità sollevate dalle opposizioni

Elezioni europee, votazioni più facili per studenti fuori sede (ma non per i comuni). Ecco come funziona
di Monica De Chiari
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Martedì 13 Febbraio 2024, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 15:47

Una vittoria, ma per ora solo a metà. Per gli studenti fuori sede potrebbe essere la volta buona, per la prima volta. Fratelli d'Italia ha depositato in Commissione Affari costituzionali del Senato un emendamento al decreto elettorale che, se approvato, consentirebbe ai fuorisede di votare alle prossime europee nei comuni «di temporaneo domicilio». Come già accade nel resto d’Europa, vuol dire che chi si trova per motivi di studio in un’altra città non sarà costretto a rientrare nel proprio comune di residenza per l’Election Day del prossimo 8 e 9 giugno.

Come funziona 

L'emendamento è stato firmato da tutti i senatori di Fdi – Marco Lisei, Andrea De Priamo, Domenica Spinelli e Costanzo Della Porta - al lavoro nella Commissione che in queste settimane sta esaminando un ddl, già approvato dalla Camera, che introduce il voto per i fuorisede.

Per metterlo a sistema è prevista una delega al governo per emanare entro due anni le norme, mentre l'emendamento di Fdi è “immediatamente approvativo”. L'emendamento prevede due situazioni diverse: quando lo studente fuorisede si trova in un comune diverso dal suo ma nella stessa circoscrizione elettorale (per esempio un ragazzo calabrese che studia a Napoli), vota nella città di temporaneo domicilio in una apposita sezione elettorale: essendo gli stessi partiti e gli stessi candidati non ci sono problemi per i conteggi. Quando invece il fuorisede si trova in una città che ricade in un'altra circoscrizione elettorale (per esempio lo stesso ragazzo calabrese studia a Roma o Milano), allora lo studente vota in una speciale sezione elettorale del capoluogo di regione, dove potrà votare per i partiti e i candidati della circoscrizione dove ricade il suo comune. Per esercitare tale possibilità il fuorisede dovrà presentare una domanda al proprio comune di origine entro 35 giorni dal voto, attivando così la pratica.

Le perplessità 


Detta così parrebbe una vittoria tutta intera, ma c'è un ma, anzi due su cui le opposizioni si sono concentrate. Il primo è che si tratta di un decreto non a lungo termine, ovvero creato ad hoc soltanto per le elezioni europee di giugno, dopo le quali bisognerà aspettare. Ma le perplessità maggiori sono arrivate su un altro aspetto. Nella sua attuale declinazione, l'emendamento di FdI andrebbe in parte a contraddire il decreto stesso emanato che invece ha deciso di accorpare le europee e le comunali della primavera 2024. Se dunque il comune di origine del fuorisede dovesse essere uno dei 3.702 (su 7.896 complessivi italiani) in cui viene eletto il sindaco, lo studente dovrebbe rinunciare a questo voto se vuole usufruire invece per quello da fuorisede alle europee; oppure se vuole votare anche per il sindaco oltre che per le europee, dovrà tornare a casa. Nella pratica dunque urge una scelta ai fuori sede, a votare si vota, ma o alle europee o alle comunali. 

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