A Milano il lutto. A Roma, la politica. Forza Italia si ferma per un giorno e piange Silvio Berlusconi in Duomo. Di più non può fermarsi. Antonio Tajani sa che la scomparsa del Cavaliere, prevista quanto improvvisa, può trasformarsi in un buco nero per il partito.
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LE CONSULTAZIONI
Finiranno presto i giorni del cordoglio, dei “no comment”.
LA FAMIGLIA IN CAMPO
La risposta ottenuta da Marina, la primogenita e la vera erede politica della real casata, è un sì con riserva. I Berlusconi, questo è certo, si faranno carico del debito diretto da più di 90 milioni di euro che il partito negli anni ha contratto nei confronti del suo fondatore. «Continuiamo quel che ha iniziato nostro padre», è il refrain dei cinque figli che nella residenza lombarda si sono promessi di difendere le aziende di famiglia fino all’ultima azione da eventuali scalate ostili. Quanto alla politica, non ci sarà un disimpegno. Marina garantirà il filo diretto della famiglia con Tajani, Letta e Meloni. È il cordone sanitario che terrà insieme il partito nei prossimi mesi. Tajani da parte sua cercherà un punto di equilibrio con le correnti interne. Ha inviato un messaggio alla famiglia (specie a Marina) confermando martedì nel comitato di presidenza il giro di nomine ai vertici dei fedelissimi di Marta Fascina decise a marzo. E se la ratifica delle nomine ha indispettito i ronzulliani, ormai una minoranza interna, Tajani ha voluto accorciare le distanze con Licia Ronzulli, che resterà per il momento capogruppo al Senato e ancora vanta una certa influenza nei gruppi parlamentari. Tregua sia. Calmare le acque del resto serve a preparare la vera sfida interna dei prossimi mesi. Quel “congresso” di cui un partito verticistico e personale, nato e cresciuto all’ombra di Berlusconi, non ha mai neanche voluto parlare. Invece oggi, senza il Cav in campo, toccherà riprendere in mano e rispolverare lo statuto. Il percorso per scegliere il nuovo presidente è lungo e tortuoso. Prima del Congresso di Forza Italia - l’ultimo risale al 1994 - il comitato di presidenza dovrà radunare il Consiglio nazionale. Dove tutti si pesano ad armi pari: parlamentari, eurodeputati, governatori. Infine, sarà da sciogliere il rebus sulle suppletive per prendere il seggio di Berlusconi al Senato nel collegio Monza-Brianza. Un tabù nel partito, per ora. Oggi si riunirà per un pre-esame la giunta per le elezioni di Palazzo Madama.