Sanità, lite tra M5S e Lega: «Basta raccomandati»

Sanità, lite tra M5S e Lega: «Basta raccomandati»
di Diodato Pirone
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 10:06

L'ennesimo fronte fra Lega e M5S si è aperto questa mattina intorno ad un blitz dei pentastellati sulla Sanità.
In sintesi, mentre sono in corso le votazioni della Commissione Affari Sociali della Camera su un Decreto che riguarda la sanità calabrese, i 5Stelle hanno presentato in conferenza stampa un emendamento sulle nomine dei direttori sanitari presentandolo come una norma «per escludere la politica dalla sanità».

Complice la campagna elettorale, l'emendamento è stato lanciato in pompa magna dal vicepremier Luigi Di Maio e dalla ministra della Sanità Giulia Grillo. Entrambi hanno rilasciato dichiarazioni molto forti sulla trasparenza nelle nomine e sulla necessità di escludere la politica dalla Sanità. Poi Di Maio ha pronunciato una frase sibillina: «Vengo a sapere che nella maggioranza qualcuno ne sta bloccando l'approvazione e questo sarebbe molto grave perché verrebbe dopo lo scandalo che ha coinvolto il Pd in Umbria».

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Effettivamente più tardi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ai microfoni di Fattoquotidianotv, ha confermato le proprie perplessità: «Quell'emendamento sarebbe opportuno presentarlo in un altro provvedimento che non riguarda una Regione - ha detto Giorgetti - Ma, come nel calcio, qualche volta si fa melina per difendere il risultato».

LA PROTESTA
Contro l'intero decreto ha sparato a zero anche il governatore della Calabria Mario Oliverio che si appresta a presentare ricorso alla Corte Costituzionale. «Chiedo al Parlamento di riflettere non guardando le appartenenze politiche - ha detto ieri ai parlamentari durante la sua audizione - La Calabria è una regione dell'Italia, non è il Burundi. Non sono mai stato convocato dal Ministro della Salute, che è interessata a parlare solo con i commissari. Il Governo può già nominare i commissari in piena autonomia però quello che mi interessa è lo sblocco delle assunzioni. C'è una carenza di oltre 1.400 medici e quota 100, con i pensionamenti a valanga, farà precipitare la situazione. E' bene ricordare che la Calabria è commissariata da dieci anni, di cui otto con blocco delle assunzioni».

I DETTAGLI
Già ma che cosa propongono esattamente i 5Stelle sulle nomine dei Direttori sanitari? Non l'eliminazione del potere di nomina da parte del presidente della Regione (ieri lo ha ribadito la stessa ministra Grillo) ma l'introduzione di una graduatoria pubblica per titoli dei candidati fra i quali poi il governatore sceglierebbe. Oggi esiste già un albo dei Direttori cui viene assegnato un punteggio in base ad una legge del 2016 formulata dal governo Renzi, ma non è pubblico. La proposta dei 5Stelle farebbe nascere un regime transitorio in attesa di una riforma complessiva che Di Maio prevede per la fine dell'anno.

«Si tratta - ha sottolineato Di Maio - di una priorità per il Paese visto che l'Italia è in piena emergenza corruzione e nella maggior parte dei casi per scandali legati alla Sanità». L'influenza della politica sulla Sanità, ha aggiunto, rappresenta «un'emorragia che dobbiamo fermare subito».
Anche secondo Giulia Grillo, «è oggi più che mai urgente rescindere il legame tra politica e nomine dei dirigenti sanitari: la Sanità è un settore di altissima corruzione; per questo - ha evidenziato - l'autonomia delle Regioni deve essere bilanciata dalla possibilità dello Stato di controllare e sanzionare le Regioni stesse, ma ciò oggi non è possibile e non esiste uno strumento normativo che consenta allo Stato di far valere tali principi».

«Oggi - ha chiarito il presidente della commissione Sanità Pier Paolo Sileri - si nominano i dirigenti sanitari sulla base di un albo, ma non basta: con questo ddl ci sarà anche un albo dei commissari chiamati a scegliere i candidati e che verranno sorteggiati. I direttori generali della sanità saranno inoltre valutati nel loro lavoro in itinere e saranno rimossi se necessario».

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