Salvini: «Macron un guerrafondaio, è un pericolo per il nostro Paese e per questo continente»

Il ministro dei Trasporti e leader della Lega: «Non voglio lasciare ai miei figli un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale»

Salvini: «Macron un guerrafondaio, è un pericolo per il nostro Paese e per questo continente»
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Sabato 23 Marzo 2024, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:31

Matteo Salvini contro Macron. «Con le sue parole rappresenta un pericolo per il nostro Paese e per questo continente. I problemi non sono la mamma e il papà, ma i guerrafondai come Macron. Non voglio lasciare ai miei figli un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale», ha detto il ministro dei Trasporti e leader della Lega intervenendo alla convention del partito Identità e democrazia "Winds of Change" in corso a Roma. «Se il 9 giugno si sceglie tra l'Europa belligerante di Macron e quella pacifica e prospera di Le Pen, sto tutta la vita con Le Pen - ha detto parlando del voto per le europee della prossima estate -. Qui un mix di fascisti come è stato detto? Stanno provando a farci passare la voglia, ma hanno trovato la persona sbagliata. Noi andiamo avanti».

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«Tra 77 giorni un referendum, basta con le bombe»

«Tra 77 giorni ci sarà un referendum, tra passato e futuro, tra precarietà e lavoro, tra libertà di pensiero e chi dice cosa si dovrebbe pensare.

Una Ue che si fonda sul bavaglio non è la mia Ue. Se arrivano a mettere il bavaglio a un genio assoluto come Elon Musk, vuol dire che dobbiamo vincere queste elezioni - ha detto Salvini -. Il primo obiettivo dei terroristi è incutere paura e autocensurarci. La piccola e coraggiosa Lega, così come la piccola e coraggiosa famiglia di Identità e democrazia sarà portatrice di pace e prosperità. 77 giorni da riempire di idee ed entusiasmo. Non abbiamo i soldi e i media degli altri. Li lascio volentieri i miliardi di Soros, e gli sporchi interessi di scafisti e di estremisti. Noi abbiamo a cuore un continente nato per difendere la pace. Dobbiamo rimettere al centro il benessere e la pace, basta con gente che parla di bombe e di missili come la cosa più normale del mondo».

L'evento a Roma

Presso gli studios della Tiburtina l'evento europeo della Lega, dal titolo "Venti di cambiamento". In sala, con il leader Matteo Salvini, il ministro per l'economia Giancarlo Giorgetti e quello per gli affari regionali, Roberto Calderoli, in platea il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, gli euroscettici Claudio Borghi e Antonio Maria Rinaldi, la senatrice Stefania Pucciarelli, tra gli altri. A scaldare la sala hits di Lucio Battisti con "Il mio canto libero", e "Futura" di Lucio Dalla, sul versante dei cantautori italiani. Sui display luminosi più volte si legge la scritta "Bruxelles ha fallito - Riavviare il sistema". E anche il volto del presidente francese, Emmanuel Macron, che viene sovrascritto dal testo "Sì alla pace". In sala alcuni degli alleati di Salvini in Europa, tra i previsti i nomi di Gerolf Annemans, presidente del Partito Identità e Democrazia; Harald Vilimsky, capo delegazione di FPÖ (Austria) al Parlamento Europeo, Vivek Ramaswamy, imprenditore ed ex candidato alle Primarie Repubblicane 2024 e André Ventura, leader di Chega, recente vincitore delle elezioni in Portogallo. Prima dell'inizio degli interventi bagno di folla per Salvini, che rilascia autografi e scatta selfie a raffica in platea. Si notano le assenze di alcuni big del partito: non ci sono i capigruppo Romeo e Molinari, il vicepresidente del Senato, Centinaio e nessuno dei governatori del partito, né il veneto Zaia, né Fedriga, Né Fontana, né Tesei.

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