Vale a dire una moratoria di tre anni, dribblando manovre correttive e strette lacrime e sangue sui conti, che permetta e accompagni l’attuazione dell’ormai famoso “piano dei mille giorni” annunciato dal premier. «Ma sempre nel rispetto dei trattati europei», precisa un suo strettissimo consigliere economico, «e senza mai superare il tetto del 3 per cento» tra deficit e Pil.
CONTINUA A LEGGERE SUL MESSAGGERO IN EDICOLA O SUL MESSAGGERO DIGITAL
© RIPRODUZIONE RISERVATA