Negli emendamenti al decreto, su cui sta lavorando il sottosegretario Edoardo Rixi, ci saranno anche le norme per far tornare in gioco le imprese di costruzioni legate alle concessionarie autostradali, quelle per estendere la cassa integrazione, mentre sono tutte da scrivere le norme per consentire l'esproprio del ponte crollato, al momento di proprietà di Autostrade. Proprio l'esclusione della società che fa capo ai Benetton dalla ricostruzione del Morandi rischia di innescare una contesa legale infinita e di prolungare i tempi. Bucci si augura di aprire i cantieri il primo dicembre a patto che venga sciolto il nodo degli espropri in tempi rapidi, per completare il viadotto entro Natale 2019. «Noi - ha detto ieri l'ad di Fincantieri Giuseppe Bono - ci siamo candidati alla ricostruzione solo per spirito di servizio». Il gruppo è pronto a partire subito. E sul fatto che Fincantieri non abbia i requisiti Soa OG3 per fare da capogruppo nella costruzione di ponti, Bono ha spiegato che «la questione delle qualifiche non ha influenza, noi le qualifiche dell'acciaio le abbiamo tutte, e siccome il ponte è in acciaio, la lavorazione prevalente attira anche il resto. Per fare il resto basta prendere un'impresa con quelle qualifiche». Sempre ieri Aspi ha replicato all'Antitrust: «L'Autorità non ha alcuna competenza in materia di appalti e gare. Perciò non è corretta - si spiega - l'affermazione secondo cui non ci sarebbe stata una gara per l'affidamento della concessione. In realtà, in occasione della privatizzazione, la società fu affidata sulla base di una gara internazionale».
Umberto Mancini
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