Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha riunito in via straordinaria in videoconferenza i leader dei Paesi Ue per oggi alle 17:30. Al centro, il conflitto in Medio Oriente: «È della massima importanza che il Consiglio europeo, in linea con i trattati e i nostri valori, definisca la nostra posizione comune e stabilisca una linea d'azione chiara e unitaria che rifletta la complessità della situazione in corso» in Israele, scrive Michel nella lettera d'invito ai Ventisette. Ma la preoccupazione è anche rispetto agli effetti possibili del conflitto: se la situazione «non viene gestita con attenzione, c'è il rischio di ulteriori ondate migratorie verso l'Europa».
La preoccupazione per il terrorismo
Inevitabile però l'eco dell'attentato di matrice islamica ieri a Bruxelles, nel corso del quale sono stati uccisi due svedesi: «Il conflitto», scrive ancora Michel, potrebbe «esacerbare le tensioni tra le comunità» in Ue «e alimentare l'estremismo».
Nel frattempo però gli Stati hanno iniziato a prendere le contromisure. Ieri il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin ha rafforzato i controlli alle frontiere. Le autorità francesi «hanno un'attenzione particolare per la frontiera belga», anche se al momento non ci sono «informazioni secondo cui (il terrorista, ndr) si dirigerebbe verso la Francia». Dopo la Francia, poi, anche i Paesi Bassi hanno annunciato un rafforzamento dei controlli alle frontiere con il Belgio, poco dopo mezzanotte.
Casualmente, ieri anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva deciso - prima dell'attentato - di installare controlli fissi ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera per «combattere ancora più fortemente i trafficanti di migranti», che sono «sempre più brutali e senza scrupoli» (così la ministra dell'Interno, Nancy Faeser). Alla base, il flop di Scholz alle ultime elezioni, dove invece ha avuto un ottimo risultato in Baviera e in Assia di Alternative für Deutschland.