Berlusconi, ai funerali Yassine Lafram (Ucoii): «Gli siamo grati, ha impedito uno scontro con l'Islam»

Berlusconi, ai funerali Yassine Lafram (Ucoii): «Gli siamo grati, ha impedito uno scontro con l'Islam»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Tra le condoglianze arrivate alla famiglia Berlusconi e ai figli del Cavaliere c'è anche quella di Yassine Lafram, a capo dell'Ucoii, l'ente religioso delle comunità musulmane più radicato in Italia, presente stamattina nel duomo di Milano per i funerali. Raggiunto al telefono racconta di un rapporto umano e politico sconosciuto ai più, eppure piuttosto stretto, nato grazie al fratello Paolo quando tanti fedeli islamici, immigrati residenti sul territorio e perfettamente in regola, venivano ostracizzati soprattutto da amministratori locali leghisti. Berlusconi agiva da dietro le quinte, attraverso Forza Italia, per mitigare gli scontri, evitando la demonizzazione dei fedeli musulmani e per rendere possibile il pluralismo religioso garantito dalla nostra Costituzione. 

«La sua scomparsa pesa. Nella vita ci sono addii che hanno la gravità delle montagne e invece altri addii che volano via come piume al vento.

Quello di Silvio Berlusconi per noi fa parte della prima categoria» racconta al Messaggero Lafram. «Sapeva fare politica in modo costruttivo. Era un politico con la P maiuscola.  Dalla mia esperienza posso dire che quest'uomo ha dato una immagine dell'Italia nel mondo positiva, difendendone anche gli interessi specifici e geo strategici. E' per questo che a nome di tutti coloro che lo amano, sono onorato di presenziare ai funerali in duomo». 

Un rapporto di cui pochi ne erano al corrente. Come si è sviluppato?

«Come Ucoii abbiamo avuto relazioni grazie al fratello Paolo, e tramite lui con Silvio. In diverse occasioni, per lungo tempo. Dalla mia esperienza personale posso testimoniare una visione lungimirante delle cose. Aveva rispetto e con lui abbiamo intessuto un dialogo istituzionale costruttivo. Lui ricuciva e faceva da mediatore». 

Su quali questioni?

«Riguardo a tanti problemi che erano sorti sulla presenza delle comunità islamiche. Abbiamo condiviso assieme tante posizioni. Era un moderato che capiva l'importanza della fede nella vita delle persone per essendo un cristiano. Condivideva con noi alcuni punti etici ma il punto non era tanto questo, piuttosto era l'attenzione che non è mai venuta meno a costruire un tessuto sociale pluralista, capace di rispecchiare lo spirito costituzionale sulla libertà di culto». 

In pratica riusciva a mitigare i leghisti ai tempi di quando c'era chi voleva portare persino maiali al guinzaglio nelle moschee per provocare?

«Era certamente un periodo complicato ma non voglio calarmi in polemiche politiche. Lui era un interlocutore intelligente e avveduto, sapeva quanto fosse importante la garanzia costituzionale all'esercizio di culto. Da parte sua abbiamo sempre toccato con mano la capacità di ascoltare e trovare soluzioni ad un problema legato al bene comune». 

Vennero anche fuori delle proposte di legge che mettevano in discussione le moschee in Italia...

«Erano periodi complicati. Ci aiutò anche in quel frangente». 

Eppure agli inizi degli anni Duemila il Cavaliere non mancò di sollevare una montagna di polemiche a proposito di una sua dichiarazione sulla superiorità della civiltà occidentale su quella islamica...

«Ricordo bene il contesto. Ogni frase però andrebbe sempre contestualizzata. Erano tempi complessi e drammatici segnati dal crollo delle Torri Gemelle. Berlusconi fu attento a mantenere un ottimo rapporto con diversi Paesi arabi che venivano scartati da altri attori internazionali. Lo fece con coraggio e dando stabilità a diverse zone del mondo, mantenendo e difendendo gli interessi d'Italia».

Si riferisce alla Libia? 

«Anche, ma non solo».

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