Un italiano su dieci voterà alle elezioni amministrative del 14 e 15 maggio. Sei milioni e trecentomila elettori saranno chiamati a scegliere i sindaci di 791 comuni. Diciotto sono capoluoghi di provincia, da Latina a Vicenza, da Ancona a Catania: oggi si chiude il termine per presentare le liste.
È nei numeri, anzitutto, l’attesa con cui il governo Meloni e le opposizioni guardano al test delle elezioni comunali. Un pit-stop in vista del primo, vero banco di prova elettorale della legislatura: le elezioni europee nella primavera del 2024 che potrebbero avallare, o frenare, il ribaltone alla guida delle istituzioni Ue.
LE COALIZIONI IN CAMPO
Ma questo ritorno alle urne di piccoli e grandi borghi italiani - il 28 e il 29 maggio ci saranno gli eventuali ballottaggi - sarà soprattutto una prova per la tenuta delle rispettive alleanze.
Altrove le truppe di Schlein e Giuseppe Conte non si parlano. O meglio, si sfidano a viso scoperto. Imperia, Sondrio, Ancona, Siena, Treviso e Vicenza: niente campo largo. In città come Brescia e Ragusa i grillini scavalcano a sinistra Schlein e si alleano con Sinistra italiana e Unione popolare. E il Terzo Polo? Dopo la delusione delle regionali, quel che resta dell’asse Azione-Italia Viva cercherà di lasciare il segno nelle città in cui sarà presente il simbolo, Brescia e Treviso, per dirne due. Separarsi prima delle amministrative non è un’opzione, «siamo matti?» ha tuonato ieri Renzi. Ma in un mese tutto può succedere.
Per il centrodestra il test di maggio non è tutto oro che luccica. Dovrà confermare il doppio successo alle regionali in Lazio e Lombardia e al contempo smentire i sondaggi che, specie per Fratelli d’Italia, iniziano a segnalare un lieve calo di consensi. E una risalita invece di Forza Italia: il partito azzurro, forte dell’ondata emotiva per il ricovero di Berlusconi, è deciso a confermare il trend e non a caso i primi di maggio terrà una convention nazionale.
LE SFIDE LOCALI
Riflettori puntati sul Lazio. Con la Regione in mano a Francesco Rocca, blindare i fortini della destra italiana è tanto più imperativo. Si parte da Latina. Nella città più ballerina del centro Italia - è al suo quarto voto comunale in sei anni - il centrodestra cercherà di scongiurare il poker di Coletta sostenendo la candidata di FdI Matilde Celentano. Una prova anche per la premier Meloni che nel collegio uninominale dell’ex Littoria è stata eletta nel 2018 per poi lasciare il posto, alle politiche di settembre, alla fedelissima Chiara Colosimo.
Ancora nel Lazio, da cerchiare in rosso la sfida a Terracina, comune commissariato la scorsa estate dopo un’inchiesta per corruzione che ha coinvolto l’ex sindaca di FdI Roberta Tintari, dove è favorito il candidato di centrodestra Francesco Giannetti. E poi Anagni, con il possibile ritorno di “Batman” Franco Fiorito, già sindaco della città ciociara e condannato nell’inchiesta sulle “spese pazze” in Regione, tentato da una candidatura. Al voto anche Terni, dove c’è in campo anche il folcloristico patron della Ternana Bandecchi. Nella città dell’acciaio il centrodestra si è infine compattato dietro a Orlando Masselli. È invece più a Nord, a Vicenza, cuore pulsante del Veneto leghista, il vero stress-test per il Carroccio, che dovrà battere un temibile Giacomo Possamai, candidato dem, con il sindaco uscente Francesco Rucco.