Bossi: subito al voto, uscire da pantano
Berlusconi: Fini si dimetta. Vertice Pdl

Umberto Bossi e Silvio Berlusconi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Martedì 7 Settembre 2010, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:43
ROMA (7 settembre) - Meglio andare subito al voto. Stare nel pantano non sta bene. In questi giorni sapremo cosa fare dopo aver incontrato il presidente Napolitano. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, torna a chiedere il ritorno alle urne immediato e le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera.



«Bisogna studiare la via da percorrere con Napolitano - ha spiegato il ministro sottolineando che i contatti con il Quirinale devono ancora essere presi - Bisogna prima vedere quando siamo liberi, io e Berlusconi. C'è un giro di contatti. Dopo averlo incontrato ne sapremo di più». Il voto a novembre? «Tutto può essere. Più passa il tempo, peggio è». Secondo Bossi, perciò, va sfruttata «l'unica finestra in cui l'economia è calma e tranquilla», anche perché «Tremonti l'ha messa a posto. Dipende se Berlusconi vuole andare a votare», aggiunge Bossi, lasciando capire ceh il premier sul voto anticipato frena ancora.



Nuovo vertice del Pdl a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio. Al Quirinale nel frattempo non è arrivata ancora nessuna richiesta di incontro con il capo dello Stato da parte di Berlusconi e della Lega, come annunciato dopo il summit di lunedì sera in cui i due leader avevano intimato a Fini di dimettersi annunciando per questo la richiesta di un incontro al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Replicano i finiani: «Richiesta incostituzionale, è il metodo Boffo. C'è un'opa ostile di Bossi sul centrodestra».



«Fini si deve dimettere». A conclusione del lungo vertice notturno, Berlusconi e Bossi avevano annunciato che avrebbero incontrato il capo dello Stato per chiedere che il presidente della Camera lasci la sua carica.



«Il presidente della Camera è ormai incompatibile, non è più super partes», hanno detto i due leader. Bossi ha incalzato il premier ad andare subito alle elezioni, proponendo una scadenza a fine novembre, ma il Cavaliere vuole prima verificare in parlamento la consistenza della maggioranza. Nel corso della giornata Berlusconi aveva ricevuto una delegazione di “finiani”, Moffa e Viespoli, mandata in avanscoperta da Fini.



La richiesta di dimissioni è stata immediatamente rispedita al mittente da Italo Bocchino che la definisce: «Politicamente inaccettabile» e una violazione della Costituzione. «La decisione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro per le riforme Umberto Bossi - sottolinea in una nota il capogruppo di Fli - di chiedere formalmente le dimissioni del presidente della Camera Gianfranco Fini è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri».



Al vertice di Arcore hanno partecipato Berlusconi con Ghedini, Verdini e La Russa e Bossi con Maroni, Calderoli, Giorgetti, Cota e Reguzzoni. Il discorso di Fini a Mirabello è stato definito «inaccettabile. Le sue parole hanno dimostrato che svolge un ruolo di parte ostile al governo, del tutto incompatibile con il ruolo super partes di Presidente della Camera». Le istituzioni - sostiene il Pdl - in questo modo non possono funzionare e questo Berlusconi e Bossi diranno a Napolitano.



Divisi sulle elezioni. Distanti Berlusconi e Bossi sul tema elezioni. Bossi le vuole subito, Berlusconi no. Il premier vuol fare ricadere interamente su Fini la decisione di tornare alle urne. Vuole verificare le posizioni in Parlamento e se alle Camere il Governo cadesse grazie al voto dei finiani, si deciderebbe per nuove elezioni. Anche perché Berlusconi sa che in questo momento la Lega farebbe il pieno dei voti al Nord, mentre l'astensione punirebbe il Pdl.



Pdl forse in piazza il 3 ottobre a Milano. Invece che il tradizionale comizio una manifestazione in piazza, probabilmente piazza Duomo dove Berlusconi spiegherà quanto fatto dal governo fino ad ora e forse i 5 punti del programma che dovrebbero essere presentati in Parlamento. È una delle ipotesi valutate a palazzo Grazioli. La data è ancora da definire anche se l'ipotesi più probabile è quella di far coincidere la manifestazione con la giornata di chiusura della festa nazionale del Pdl il 3 ottobre. Giornata che da programma prevede comunque il comizio finale del Cavaliere.



Pisanu: chiedere dimissioni Fini al Colle non è prassi costituzionale. L'intenzione di Berlusconi e Bossi di andare al Colle per chiedere le dimissioni di Fini «non è prassi costituzionale, non si vedono né infrazioni costituzionali né di tipo regolamentare che possano motivare la richiesta di dimissioni». Lo sostiene il presidente della Comissione Antimafia Giuseppe Pisanu, già ministro dell'Interno nel precedente governo Berlusconi. «Le posizioni di Fini - afferma Pisanu - sono criticabili e censurabili come si vuole ma sul resto è meglio andare con cautela ma sono convinto che Berlusconi e Bossi conoscano bene i limiti costituzionali della vicenda e Napolitano li rispetterà con il consueto scrupolo».



«Una simile ipotesi non esiste, non ha nessuna cittadinanza nel nostro ordinamento costituzionale - ha detto a Cnrmedia l'ex Presidente della Camera Luciano Violante (Pd) - Il presidente della Camera non può essere né sfiduciato né dimesso. Se fosse così, sarebbe ostaggio di una maggioranza e perderebbe del tutto il ruolo di garante tra le varie forze politiche. Si tramuterebbe in un rappresentante della maggioranza. Il Parlamento, invece, rappresenta tutti gli italiani. Nessuna maggioranza può sfiduciare un ramo del parlamento».



«Berlusconi e Bossi non hanno a disposizione le istituzioni, e questo devono metterselo in testa. Quando avremo la Costituzione di Arcore allora potranno chiedere le dimissioni del presidente della Camera», ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che in serata a L'Aquila ha aggiunto: «Credo abbiano un po' di confusione in testa, francamente. Non possano andare al Colle e chiedere di spostare il presidente della Camera, come ha detto Bossi, perché finché non c'è la costituzione di Arcore, devono rispettare la Costituzione su cui hanno giurato. Se vogliono un consiglio da amico, vista la crisi ormai conclamata del centrodestra, facciano una cosa regolare: vadano in Parlamento, dicano che non sono in condizione di governare e si rimettano al presidente della Repubblica e al Parlamento, punto e basta. La cosa più semplice e più normale che loro dovrebbero fare. Bossi e Berlusconi sono sbandati perchè non sanno nemmeno loro ciò che devono fare».



«Ormai l'unico che conta, in Italia, è Bossi... siamo fritti - dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, uscendo da Montecitorio - Speriamo che si sveglino gli italiani e capiscano cosa sta succedendo».


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