Berlusconi ricoverato, il piano della famiglia: separare FI da Arcore. Il tentativo di Silvio con Marina: «Te ne occupi tu del partito?». La risposta: «No...»

Resterà per il momento il sostegno sulla fideiussione da 90 milioni. Redini a Tajani

Berlusconi ricoverato, il piano della famiglia: separare FI da Arcore. Il tentativo di Silvio con Marina: «Te ne occupi tu del partito?». La risposta: «No...»
di Mario Ajello
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Sabato 8 Aprile 2023, 06:48 - Ultimo aggiornamento: 12:40

Scene dall'ospedale San Raffaele, Milano, stanza del Cavaliere malato. «Marina, che cosa vuoi fare?», chiede il padre alla primogenita: «Te ne vuoi occupare tu?». «Papà, lo sai...». Ovvero, lo sa bene Silvio Berlusconi che Marina non ha nessuna intenzione di prendere il suo posto alla guida di Forza Italia e che la politica giocata in prima persona non è e non sarà, come si dice, la sua tazza di thé. O il suo mestiere, come cantava Venditti. Ma il Cav, anche in queste ore, pur sapendo di venire respinto, ha tentato di nuovo il miracolo, giocando anche un po' (un po' tanto) sulla mozione degli affetti: «Ah, se Marina mi dicesse di sì...». Lui ci sta provando a lasciarle Forza Italia, ma tanto è no e poi con Tajani, più Marta, si sentono tutti garantiti.
Anche con Luigi, l'ultimogenito, considerato promettente dal punto di vista imprenditoriale secondo chi frequenta Arcore, il patriarca tenta l'offerta politica e lui a sua volta: «Ma papà, dai....». No, la passione per il partito e in generale per l'impegno militante Berlusconi non l'ha trasmessa per via ereditaria ai suoi discendenti. Compreso il figlio più piccolo, Luigi, appunto, che pur essendosi messo accanto la storica segretaria del padre nella fase politicamente eroica, la mitica Marinella, continua rifiutare l'engagement.

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E così, in queste ore, si sta pianificando e poi si materializzerà la separazione tra la famiglia e il partito. L'unico legame sarà rappresentato da Marta Fascina, la quasi moglie. E proprio in vista di questa separazione, che era nelle cose ma adesso le cose si sono accelerate, Marina da tempo ha aperto una sua linea di contatto personale e in un certo senso politica con Meloni, alla quale ha offerto insieme a Tajani e ai consiglieri più avveduti come Zio Gianni (Letta) e Fidel (Confalonieri, che a suo tempo disse: «Io mi terrei Draghi, ma se fossi in Silvio scommetterei su Meloni») la svolta governista di Forza Italia.
Ma una cosa dice chi conosce da vicino Marina è avere un ruolo nella transizione e favorire un passaggio in una fase tribolata, e un'altra è volersi fare carico della continuazione di una storia di partito.

Su questo c'è un idem sentire nella dinastia: sganciarsi definitivamente dalla politica ma senza strappi e secondo una road map che non sarebbe quella che porta subito alla dismissione tramite la nascita di un partito unico con FdI ma quella di una sorta di affiancamento tecnico o di vicinanza solidale ma ognuno a casa propria con i meloniani in vista delle Europee. Per poi favorire, secondo lo schema Meloni-Tajani-Fitto, il ribaltone in cima alla Commissione Ue con Ppe e Conservatori e Riformisti (presieduti a livello continentale dalla leader di FdI) a sostegno di Roberta Metsola al posto di Ursula von der Leyen che sta in sella in accordo con i socialisti.

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DA ARCORE A BRUXELLES
Ecco, la separazione tra famiglia e partito comprende la convinzione che il futuro di Forza Italia si giocherà molto in Europa, passerà dall'Europa, avrà nell'Europa un suo ricominciamento (e chi meglio di Tajani, ministro degli esteri, ex commissario Ue e ex presidente dell'assemblea di Strasburgo e Bruxelles conosce meglio l'Europa?). C'è però anche il capitolo dei soldi.
E qui Berlusconi ha avuto garanzie dai suoi familiari: continueranno a foraggiare Forza Italia, garantendo la fideiussione da 90,2 milioni di euro. E intanto, come si legge sull'ultimo rendiconto di «contributi, prestazioni e altre forme di sostegno percepite» nel 2023, alla fine di febbraio sono arrivati al partito i primi versamenti da parte dei figli di Silvio, che lo scorso anno hanno contribuito tutti con 100mila euro a testa. La stessa cifra è stata finora garantita, fra il 24 e il 28 febbraio, da Eleonora, Luigi e Marina (tre figli su cinque), nonché da Paolo Berlusconi, fratello del leader azzurro. Altri 100mila euro sono arrivati negli stessi giorni da Fininvest, che ha contribuito con la medesima quota nei tre anni precedenti (quanto a Marta Fascina, da lei per il 2023 sono giunti in cassa finora 900 euro). Sì, pagano i giovani Berlusconi: ma fino a quando pagheranno?

 

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