Berlusconi: il mio cuore gronda sangue
per mettere le mani in tasca agli italiani

Silvio Berlusconi (foto Ettore Ferrari - Ansa)
5 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Agosto 2011, 21:28 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:38
ROMA - Stasera siamo riusciti ad avere un voto all'unanimit dal Consiglio dei ministri sulla manovra. Abbiamo lavorato febbrilmente. Un ringraziamento a ministro Giulio Tremonti e ai suoi collaboratori e tutti altri ministri. Siamo addolorati per questa manovra ma soddisfatti per come siamo riusciti a lavorare insieme. Abbiamo fatto per intero il nostro dovere». Così Silvio Berlusconi ha aperto la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri che ha varato la manovra anti-crisi.



Il Cavaliere è apparso soddisfatto in conferenza stampa. «È una manovra mai fatta prima, e in tempi rapidissimi, abbiamo fatto un miracolo», ha commentato con i più stretti collaboratori. Soddisfatto a tal punto da rimettere nel cassetto l'idea di un videomessaggio agli italiani per spiegare la manovra: «la conferenza stampa è più che sufficiente, non rovinare tutto con un videomessaggio», gli ha suggerito più di qualcuno nel suo entourage.



Il provvedimento è «equilibrato, si compone di tagli e di imposizioni - ha detto Berlusconi - Il nostro cuore gronda sangue quando pensiamo che uno dei vanti di questo governo era quello di non aver mai messo le mani nelle tasche degli italiani, mi cito tra virgolette, ma la situazione mondiale è cambiata e abbiamo di fronte la più grande sfida planetaria ed è una sfida che ha colpito il paese numero uno dell'economia mondiale come gli Stati Uniti d'America. Abbiamo deciso di ottemperare alle domande che l'Istituto della Bce ci poneva al fine di poter» consentire allo stessa Banca centrale europea di «giustificare davanti ad altri paesi europei la spesa dei soldi pubblici» necessaria per aiutare l'Italia, anche perchè «quasi il 30% di questi soldi sono dei cittadini tedeschi». Sui costi della politica «abbiamo fatto un numero di interventi che credo siano addirittura eccesivi rispetto a quello che sarebbe giusto fare. Ma abbiamo seguito i desiderata di tanti cittadini».



«Non ritengo sia necessaria la fiducia perchè anche le forze dell'opposizione hanno dimostrato di essere assolutamente responsabili nel dibattito sulle misure anti-crisi - ha aggiunto il premier - Siamo aperti, naturalmente con misura, a modifiche, miglioramenti che possono essere proposti nella discussione parlamentare».



«Stop alle pensioni e duri tagli ai costi della politica. La manovra è dura ma i due punti per i quali la Lega Nord si è battuta sono stati accolti - esulta Roberto Calderoli - Mi spiace per i colleghi parlamentari ma abbiamo dimezzato i nostri stipendi, inserito l'incompatibilità tra i doppi incarichi e imposto di scegliere tra politica e carriera ma non ci siamo fermati qui perchè 54 mila posti in meno tagliati nel mondo della politica non sono pochi, ce ne accorgeremo tutti quando si voterà nuovamente: è un bel passo avanti per tutto il Paese». L'esponente leghista sottolinea poi l'innovazione determinata dalla modifica «di fatto» dell'articolo 41 della Costituzione: «si tratta di rendere possibile tutto ciò che non è espressamente vietato - sottolinea Calderoli - ovvero velocizzare la macchina burocratica italiana per aziende e cittadini. Lo abbiamo fatto senza modificare la Carta ma predisponendo tutte le leggi in merito. In questo modo, l'iter legislativo sarà rapidissimo e per questo subito efficacie. Dobbiamo lavorare ancora perchè il testo deve essere pronto per la firma già domani. Stiamo lavorando molto ma è necessario e la Lega è in prima linea per salvaguardare gli interessi del Paese e dei suoi elettori».



Bersani: «C'è una forte preoccupazione: questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi. Tremonti parlava di ristrutturare la manovra, ma qui non c'è nessuna ristrutturazione. È solo l'anticipo di misure che da tutti i mercati erano state giudicate come inadeguate. Se è così questa manovra non è in grado di risolvere i problemi. Si anticipa una fantomatica delega assistenziale, con una clausola che dice “se non riusciamo a completare la delega, tagliamo le detrazioni al 20%”. Questo vuol dire caricare tutto sulle famiglie ed è insostenibile. Quando ieri dicevo al governo “non fatevi tremare i polsi”, oggi devo prendere atto che gli sono tremate le gambe. Questi qui vorranno prendere in giro il Paese. Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perchè colpirebbero i vostri quelli cioè che non pagano le tasse - ha detto Bersani annunciando una serie di proposte per rivedere una manovra che «colpisce chi paga le tasse. Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salverà».



Udc: manovra non strutturale e piena di tasse. «Se le anticipazioni di queste ore corrispondono alla realtà, questa manovra, seppur necessaria, si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima», dice Gianluca Galletti, capogruppo vicario dell'Udc alla Camera dei deputati.



La manovra è «l'esatto opposto di ciò che serve al Paese e agli italiani», tuona Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, che sintetizza le misure con lo «slogan “più tasse e meno servizi”». Se si aggiunge Linda Lanzillotta, che dall'Api segnala il «forte rischio di effetti gravemente recessivi», appare di capire che l'impressione negativa accomuna il Terzo polo. Anche perchè, sottolinea Bocchino, il governo «non ha accolto neanche una proposta delle opposizioni».



Di Pietro: luci e ombre, ma faremo la nostra parte. «Finalmente il Governo ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l'Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito - dice Antonio Di Pietro - Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l'asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine è morto di fame. In Parlamento correggeremo gli errori e cercheremo di apportare le modifiche necessarie per tenere fede agli impegni presi con l'Unione Europea. Consideriamo positivo l'accoglimento di parte delle nostre proposte, come quella di ridurre le province, di accorpare i comuni e di diminuire il numero di consiglieri regionali e di poltrone varie, di aumentare al 20% le rendite finanziarie, di prevedere che i privati che hanno redditi alti diano un contributo di solidarietà. Rimane inaccettabile la riduzione del trasferimento agli enti locali, come denunciato dall'Anci, e quella gravissima apportata alla spesa sociale che incide pesantemente sul welfare e sui lavoratori colpendo clamorosamente i loro diritti, il loro reddito e il loro futuro. Comunque, almeno oggi, una cosa buona è stata fatta: il governo è finalmente passato dalle parole ai fatti, presentando la manovra prima dell'affondo del Titanic. Noi dell'IdV faremo fino in fondo il nostro dovere per evitare che la nave cali a picco».



Berlusconi: manovra di 45 miliardi

Enti locali in rivolta contro i tagli

© RIPRODUZIONE RISERVATA