Una sorpresa, che qualcuno ha definito «colpo di teatro». E da chi poteva arrivare se non da Silvio Berlusconi. Nel corso della cena a Villa Grande, il Cav si sarebbe già proiettato verso il voto anticipato. Davanti allo stato maggiore del centrodestra di (ex) governo, il leader di Forza Italia avrebbe tirato fuori un documento già pronto: «Ecco i 20 punti del nostro programma per le elezioni», avrebbe detto, squadernando i fogli davanti agli ospiti.
Tra i presenti, oltre al leader della Lega Matteo Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca, Lorenzo Cesa dell'Udc, Maurizio Lupi di Nci e Gianni Letta, habitue a Villa Grande in questi giorni di crisi di governo. Altri vertici sono in programma nei prossimi giorni, il centrodestra tornerà a vedersi in formato completo, probabilmente già domani con la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Voglio fare una bella foto, tutti insieme, anche con lei», avrebbe detto Berlusconi.
La crisi ricompatta il centrodestra sul voto
Calato ormai il sipario sul governo, Forza Italia si interroga sul suo futuro senza Draghi. Esultano i cosiddetti sovranisti, fautori del voto anticipato come la Lega, sono amareggiati i più governisti, "lettiani" in testa, che speravano in un bis di "Super Mario", spaventati dallo spread e le ripercussioni anche politiche interne al partito, culminate con lo strappo di Maria Stella Gelmini, nell'aria da tempo, ora ufficializzato.
Ora in tanti si chiedono cosa faranno Mara Carfagna e Renato Brunetta, compagni di Stella a palazzo Chigi: il ministro del Sud (più volte dato in partenza verso lidi moderati) non lascerà il partito e continuerà a combattere le sue battaglie all'interno del movimento azzurro. Potrebbero seguire Gelmini alcuni parlamentari a lei vicini (4-5) ma, allo stato, sono solo voci. Berlusconi preferisce non commentare "l'uscita eccellente", l'addio di uno degli esponenti storici della sua creatura politica. Resta concentrato sugli sviluppi della crisi: di certo, stavolta il leader azzurro è stato determinante nel lasciare finire l'era Draghi, spingendo addirittura più di Matteo Salvini verso il voto anticipato in certi momenti (secondo alcuni), facendosi trascinare dalla Lega e dagli azzurri più oltranzisti (secondo altri) alle urne. Fatto sta che l'ex premier non ha ascoltato i consigli di Gianni Letta, né quelli di Fedele Confalonieri, favorevoli alla prosecuzione del governo in carica. E si è messo in scia con Giorgia Meloni (con la quale si è sentito al telefono subito dopo il voto al Senato) che fin dal primo momento ha chiesto di interrompere la legislatura.