Nell'anno 2010-2011, quando era una studentessa di terza del liceo Grassi di Savona, venne bocciata. Ma quella bocciatura, a suo dire, non era motivata. Debora Chirone era stata punita (così aveva sempre sostenuto) per i cattivi rapporti con la professoressa di fisica e matematica. E oggi dopo 11 anni i giudici le hanno dato ragione. Debora, l'ex studentenessa oggi architetta (laureata con 110 e lode), dovrà essere risarcita per 10 mila euro dal Ministero dell'Istruzione e dal liceo di Savona per i danni economici e la sofferenza patita a causa dell'illegittima bocciatura. Lo stabilisce una sentenza del Tar della Liguria.
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Ha perso un anno di lavoro
Debora è stata risarcita non solo perché “una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, ha cagionato nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia”.
La storia
L'anno dopo la bocciatura Debora fu promossa e così anche nei due successivi, fino alla maturità. I problemi quell'anno riguardavano sopratutto il rapporti della classe con la professoressa di fisica e matematica sono tesissimi. “Guarda caso io e le altre tre ragazzi chiedemmo un intervento della preside perché fosse sostituita. Ciò non avvenne e noi quattro fummo rimandante e bocciate” ha spiegato l'architetta. Debora aveva un ottimo curriculum scolastico e la media del 7 e mezzo. Debora ha saputo della sentenza del Tar nell'anno in cui ha conseguito la maturità. Ma solo oggi, nel 2022 le viene quantificato e riconosciuto il ristoro economico.
«Io fui l’unica a restare al Grassi mentre le mie tre compagne cambiarono scuola e non fu facile per me – racconta Debora –. Poi però, per fortuna ebbi una nuova insegnante di matematica che ancora oggi ricordo con affetto. Dall’altra mai ricevuto scuse. Può sembrare banale ma il ritardo di un anno comporta conseguenze per gli studi, i concorsi, le occasioni lavorative. Oggi non sono contenta per i soldi, evidentemente, ma per il riconoscimento morale della mia battaglia per la giustizia”.
La sentenza
Appare dunque equo liquidare, a titolo di diminuito utile per via del ritardo, la somma di 8.700 euro pari a circa un quarto del reddito medio di un architetto nel nord-ovest e, quindi, in Liguria (ossia 34.555 euro in base al rapporto Inarcassa) – precisa la sentenza – Si reputa che nella normalità dei casi, una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia. Per tale sofferenza si stima equo liquidare 1.300 euro, più rivalutazione monetaria e interessi legali”.Il tribunale ha quindi quantificato il risarcimento in 10.000 euro complessivi, più interessi.