Pio e Amedeo, sfida tra Nord e Sud: «Lasciateci essere scorretti, la comicità non può avere confini»

I due comici di Foggia il 28 dicembre tornano nelle sale con il nuovo film “Come può uno scoglio"

Pio e Amedeo, sida tra Nord e Sud: «Lasciateci essere scorretti, la comicità non può avere confini»
di Gloria Satta
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Sabato 23 Dicembre 2023, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 12:12

«Noi, felici e sempre liberi di essere scorretti». Finalmente due comici che non hanno nessuna intenzione di denunciare i bavagli e le autocensure del pensiero politicamente corretto: «È vero, viviamo in tempi difficili e qualunque cosa tu dica rischia di offendere qualcuno, ma noi ci siamo sempre presi le nostre responsabilità e non abbiamo paura delle polemiche. La comicità non può avere confini, la gente vuole ridere di pancia», spiegano Pio e Amedeo che con il loro umorismo, sfrontatamente “terrone”, tornano al cinema il 28 dicembre protagonisti di Come può uno scoglio (come la hit di Battisti-Mogol) diretta da Gennaro Nunziante, ex sodale di Checco Zalone e due anni fa regista della coppia in Belli ciao, primo grande incasso post-pandemia. 

IL MESSAGGIO

Nel film Pio (Pio D’Antini) è un uomo del sud, timido e impacciato, finito “in ostaggio” al nord della ricca famiglia della moglie Francesca Valtorta che gli impone di fare l’imprenditore e progetta di pilotare anche una sua eventuale carriera politica.

Ma tutto cambia quando nella vita dell’uomo irrompe come factotum l’avanzo di galera Amedeo (cognome vero Grieco) che con il suo comportamento scorrettissimo, greve, spingerà il mite Pio ad essere finalmente sé stesso con tanto di chitarra e chiodo, al diavolo il prestigio sociale e i soldi. «L’idea del film è venuta a Nunziante che ha cercato di estremizzare quello che noi siamo nella realtà», spiegano i due comici foggiani, entrambi quarantenni (nel cast anche Claudio Bigagli, Rodolfo Corsato, Nicola Rignanese). E quale sarebbe il messaggio di Come può uno scoglio? «I rapporti umani aiutano a superare i problemi e vivere in un modo ovattato, eccessivamente protetto, non porta la felicità. Intendevamo girare un film sincero, onesto e non deludere il pubblico». A proposito: si parla tanto, in questo periodo, di crisi della commedia. Gli incassi risultano deludenti per il genere che un tempo era il pilastro del cinema italiano anche perché molti film brillanti usa-e-getta finiscono presto sulle piattaforme dove il pubblico potrà vederli senza uscire di casa. «Fare il comico non è un mestiere facile», riflette Amedeo, «chi va a vedere una nostra commedia vuole “staccare” e divertirsi per un paio d’ore». 

I due attori hanno alle spalle una carriera ventennale spalmata su teatro (a breve riprenderanno il tour di Felicissimo Show), cinema, radio, televisione: da Telenorba e Telefoggia sono passati a Mediaset mattatori di Zelig, Le Iene, Emigratis, Felicissima sera e sono sbarcati perfino a Sanremo. Oggi ai giovani che vogliono ricalcare le loro orme i due attori danno un consiglio: «Lasciate i social e andate a lavorare tra la gente», dice Amedeo. 

LA GAVETTA

Aggiunge Pio: «Fatevi le ossa con una gavetta tradizionale, come abbiamo fatto noi. Se uno youtuber ottiene milioni di visualizzazioni sul web non vuol dire che andrà forte anche in tv... E bisogna accettare le critiche perché fanno crescere, mentre gli hater non cambiano niente». La comicità dei due attori ha sempre fatto leva sul loro essere “terroni”: «Giochiamo sugli stereotipi e sull’eterna diatriba tra nord e sud perché vogliamo essere capiti da tutti», spiegano, «ma alla nostra terra siamo molto legati, le dobbiamo tutto. Parlar male di Foggia, considerandola una città poco vivibile, fa notizia ma la realtà è molto meno drammatica di quello che si pensa». Ed è proprio nel luogo di origine che è rimasto a vivere Amedeo («Non riesco a staccarmene, amo stare tra la mia gente»), mentre Pio si è trasferito da tempo a Milano. «All’inizio mi faceva paura», rivela, «ora mi ci trovo benissimo anche perché ho intorno a me una quarantina di parenti conterranei». 
Viene dalle Puglie anche Checco Zalone, che con la sua comicità ultra-scorretta ha sempre sbancato i botteghini. «Siamo amici, lo apprezziamo ma è più facile essere scorretti al cinema perché sei protetto da una maschera», dicono i due, «dal vivo invece devi buttarti, in teatro noi siamo dei kamikaze. Trenta o quaranta anni fa i comici univano le forze e lavoravano insieme, oggi ci piacerebbe lavorare con Zalone. Sarebbe un’esperienza molto interessante». 

I RIVALI

Quali sono i vostri rivali più pericolosi al botteghino in queste feste? Ficarra e Picone, Siani, la coppia De Luigi-Accorsi? «Non ci sentiamo in competizione, vogliamo che vincano tutti e abbiamo impostato la promozione del film proprio per mandare la gente al cinema», rispondono Pio e Amedeo. Quel cinema che sta registrando il successo fuori misura di C’è ancora domani, l’opera prima di Paola Cortellesi sulle violenze domestiche arrivata a incassare (finora) 31 milioni. «Questo risultato premia il grande talento di Paola e dimostra che non sempre i contenuti profondi sono per pochi. Non a caso noi puntiamo a raggiungere più spettatori possibili. Il cinema è di tutti». 

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