Marina Berlusconi sulle orme del papà, avviato l’iter per diventare Cavaliera del lavoro

Richiesta al vaglio di prefetto e ministero ma la decisione finale spetta a Mattarella va avanti il progetto di una fondazione

Marina Berlusconi sulle orme del papà, avviato l’iter per diventare Cavaliera del lavoro
di Mario Ajello
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Lunedì 22 Gennaio 2024, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 08:30

Dal Cavaliere alla Cavaliera. Chi, Marina Berlusconi? Sì, proprio lei. È stato avviato, da amici di famiglia, collaboratori, sostenitori, l’iter per fare avere alla figlia del Cavaliere il titolo che aveva il padre. Il percorso perché l’adorata primogenita di Berlusconi, legata a lui da un rapporto simbiotico, diventi a sua volta Cavaliere del Lavoro parte come in tutti i casi dalla Prefettura - in questo caso di Milano - che è la prima a vagliare se il candidato è idoneo. Dopo di che, l’iter della richiesta deve superare il vaglio del ministero delle Imprese e del Made in Italy, visto che i candidati sono imprenditori o comunque italiani che si sono distinti per merito sul lavoro, e a quel punto l’incartamento potrà arrivare sulla scrivania del Capo dello Stato, che nomina ogni anno fino a 25 Cavalieri del lavoro. Lo fa il 2 giugno in occasione della festa della Repubblica e la cerimonia della consegna si svolge ad ottobre. 

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Specchiata condotta

I requisiti per ottenere il titolo a Marina, presidente di Fininvest e numero uno di Mondadori, non sembrano mancare e sono questi: una specchiata condotta civile e sociale, aver lavorato per almeno 20 anni nel settore per il quale viene conferita l’onorificenza, aver adempiuto agli obblighi tributari, previdenziale ed assistenziali dei lavoratori e non aver svolto all’estero attività commerciali ed economiche lesive per l’economia nazionale.

Per il resto, Fedele Confalonieri, che l’ha vista nascere anche lavorativamente, l’ha definita «un martello pneumatico». Lo disse all’epoca in cui per la prima volta Marina aveva fatto ingresso nella classifica delle donne più potenti del pianeta compilata da Forbes (era il 2004, il ranking era guidato da Condoleezza Rice) e poi sarebbe stata una presenza fissa in questa graduatoria. 

Imprenditrice tosta e determinata, Marina ha avuto un’ascesa senza intoppi. E proprio lei, come altri e più di altri, è stata vicinissima al padre quando, dopo la condanna del 1 agosto 2013 per frode fiscale, Silvio si autosospese dall’adorato titolo di Cavaliere. Per poi riprenderlo, appena venne riabilitato e intanto nessuno, se non gli avversari più acerrimi, che erano tanti, lo chiamò ex Cavaliere. «Già da quando aveva vent’anni», raccontava sempre Silvio agli amici, «Marina era la prima ad arrivare alle riunioni che contano». Si sedeva  in disparte, tirava fuori dalla borsa il bloc notes e prendeva appunti. L’arte di usare la forbice per risanare i conti l’avrebbe imparata alla scuola di Franco Tatò; la creatività applicata al mondo del business, invece, è stata un lascito degli anni passati accanto a Bruno Ermolli. 

Dunque avremo la Cavaliera, in ossequio a una continuità di cui Silvio sarebbe stato orgogliosissimo? Tutto il mondo berlusconiano, anche o soprattutto quello politico, tifa naturalmente per la buona riuscita della corsa di Marina. Sarebbe un modo, insieme alle performance di Fininvest, di Mediaset, di Forza Italia, per tenere viva la memoria di Silvio. E rientra in questo discorso del non disperdere, anzi esaltare, ciò che è stato il berlusconismo la creazione di una Fondazione intitolata a Silvio. «Si farà ma la sua presentazione non sarà a breve, servono ancora alcuni mesi», puntualizzano fonti della famiglia. Così come continua a stuzzicare l’idea di fare un Berlusconi Museum nella villa di Arcore, dove per ora vive Marta Fascina. Per non dire, nella serie delle radici rivolte al futuro, delle varie iniziative che Forza Italia allestisce in onore del Cavaliere. Come quella di venerdì prossimo, per il trentennale della «discesa in campo» e ci saranno molti fondatori di Forza Italia nel ‘94 alla kermesse all’Eur: a cominciare dai coordinatori regionali della fase eroica - come Antonio Martusciello in Campania, in un partito che oggi vede tra i suoi massimi esponenti il capo-delegazione degli europarlamentari Fulvio Martusciello - e alcuni super ospiti insieme ai big guidati da Antonio Tajani. 

Se in questo 2024 Marina avrà il cavalierato, lo avrà a 57 anni. Il padre lo ottenne a 41 anni, nel 1977, su proposta del ministro dell’Industria, Carlo Donat Cattin, ed è storia l’immagine in cui Berlusconi stringeva la mano al presidente Leone nella cerimonia della consegna. Quel titolo, dopo i primi grandi successi imprenditoriali e sportivi (la politica arriverà molto tempo dopo), lo fece diventare per antonomasia Il Cavaliere: a ribattezzarlo così fu il grande giornalista Gianni Brera, già inventore di «Padania» e «catenaccio». Per ottenere l’ambita onorificenza Berlusconi si era rivolto a Ezio Cartotto, un giovane dirigente della Dc, che molti anni più tardi avrebbe contribuito alla fondazione di Forza Italia. Cartotto consigliò al Berlusconi di scrivere una lettera a Donat Cattin e lui vergò queste righe: «Il dottor Berlusconi, nato a Milano, è di antichissima famiglia milanese. Milanista dalla nascita e calciatore in erba, avendo disputato campionati con le squadre giovanili, laureato in legge col massimo dei voti all’Università statale di Milano, premio Giannino Manzoni per la pubblicità, ha avuto una carriera che ha del favoloso». La figlia è molto più misurata del padre. Il quale, dall’adilà, sarebbe capace di rivolgersi al ministro Urso e perfino al presidente Mattarella così: «Io Marina la vedo benissimo come Cavaliera».

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