Gerry Scotti, l'album con l'intelligenza artificiale: «Basta imitazioni, i classici di Natale adesso li canto io»

Il conduttore, diventato una star dei social, pubblica un album in cui esegue dieci brani celebri delle feste con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. «L’algoritmo non ci sostituirà, se usato bene può darci una mano»

Gerry Scotti: «Basta imitazioni, i classici di Natale adesso li canto io»
di Marina Cappa
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Martedì 12 Dicembre 2023, 00:15

Dalle finestre al dodicesimo piano Gerry Scotti guarda i tetti della città: «Lì sotto c’era la sede della mia Radio Deejay, laggiù andavo ai tempi di 101...». Le antenne sopra Milano raccontano il suo passato radiofonico ma qui, nella sala della Warner, si parla del presente. Che è musica.

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È appena uscito il suo disco Gerry Christmas: 10 pezzi natalizi registrati con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, che ha contribuito anche a disegnare l’immagine di copertina con un Babbo Scotti Natale. Le domande il conduttore, che fino alle feste proseguirà su Canale 5 con Io canto generation, tende a farsele da solo. 

Gerry Scotti: «Basta imitazioni, i classici di Natale adesso li canto io»

«Chi me l’ha fatto fare? Io.

Da qualche anno firmavo gli auguri di Natale con “Gerry Christmas”. Nel frattempo, su Instagram e TikTok hanno cominciato ad apparire immagini di star come Michael Jackson o Aretha Franklin travestiti da Scotti, o con la mia voce, e infatti ho vinto anche il premio del più “memato” dell’anno. Al milionesimo tentativo di imitazione ho deciso di fare io». Detto, progettato e fatto: con il figlio Edoardo produttore e con i collaboratori di Thousandgerry («si chiamano così perché intendono pubblicarmi almeno in mille diverse versioni di me stesso») nasce il disco. Featuring, con Gerry, AI.

 


UNA GRANDE ALLEATA
«Volete sapere che cosa penso dell’intelligenza artificiale? Non credo potrà mai sostituirsi alla bravura dei più grandi artisti. Anche in Tv penso sia difficile che riesca a fare Scotti, Amadeus, Bonolis... Abbiamo tutti caratteristiche tali che difficilmente potrà ricrearci. Probabilmente farà le previsioni del tempo e gli indici di borsa. Dopo di che, se usata bene, può darci una grande mano». E qui Gerry entra nel dettaglio dell’album. «Driving Home for Christmas di Chris Rea, la storia di un camionista che torna a casa a Natale, è la mia preferita e quella dove l’intelligenza artificiale è intervenuta meno. Poi, con tutto il rispetto per José Feliciano, anche in Feliz Navidad c’è poco artificio, sarà perché da trent’anni la canto sempre a Natale».


L'ALBUM
I brani più rimaneggiati? «All I Want for Christmas Is You: fra me e Mariah Carey c’è un bel divario, morfologico e di bravura. Poi c’è Frank Sinatra (Have Yourself a Merry Little Christmas): non osavo ma mi hanno detto di registrarmi mentre la canticchiavo sotto la doccia, poi ho mandato il provino con su il Badedas e l’intelligenza artificiale ha lavorato così bene che quando ho sentito il risultato mi è venuto l’occhio lucido».

Nel disco mancano pezzi italiani e un classico come White Christmas: «Ho chiesto io di evitare i classicissimi. Mentre ho voluto Do They Know It’s Christmas: rivendico l’importanza che il mondo della musica ha avuto nell’accendere i riflettori sulle grandi problematiche mondiali, laddove non ci stanno riuscendo l’Onu o l’Unicef. Qui Bob Geldof è riuscito a fare arrivare il messaggio che il Natale non è solo consumismo».


SANREMO
Se Gerry Christmas non è un debutto discografico - «Con Smile ero addirittura arrivato al primo posto in classifica, davanti a George Michael, ma solo perché era la sigla di un programma quotidiano» - a Sanremo comunque Scotti non è previsto, se non «seduto in mezzo al pubblico». Quanto a un nuovo disco, chissà: «Ci ho preso gusto, anche per far sapere alla Generazione Z, che con lo zio Gerry va molto d’accordo, che la mia grande passione è la musica».
 

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