Francesco Scianna: «Per la carriera ho sacrificato amicizie e vita privata. Sono un romantico, basta ruoli cupi»

Parla l’attore, premiato ieri all’Umbria Cinema per “A casa tutti bene 2”: «Ho acquisito un’espressività profonda, ora interpreto parti differenti»

Francesco Scianna: «Per la carriera ho sacrificato amicizie e vita privata. Sono un romantico, basta ruoli cupi»
di Gloria Satta
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Sabato 22 Luglio 2023, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 08:05

L’avevamo lasciato (in galera) nei panni tormentatissimi di Carlo Ristuccia, uno dei protagonisti della serie Sky di Gabriele Muccino A casa tutti bene 2 per cui ieri sera a Todi, insieme con i produttori Raffaella e Andrea Leone, ha ritirato un premio nell’ambito del festival Umbria Cinema diretto da Paolo Genovese. Ora Francesco Scianna, 41 anni e in pista da 20 tra cinema e teatro, cambia totalmente registro virando sulla commedia romantica. In Cattiva coscienza, il film di Davide Minnella appena uscito, l’attore siciliano, bella faccia e aspetto elegante da star d’altri tempi, interpreta la “coscienza” di un giovane uomo (Filippo Scicchitano) da lui pilotato in tutto e per tutto finché l’amore per Matilde Gioli non si mette di mezzo. In Conversazioni con altre donne, in sala il 31 agosto con regia di Filippo Conz, Francesco ritrova a una festa di nozze l’antica fiamma Valentina Lodovini e riallaccia con lei un rapporto decisamente movimentato. 

Ha cambiato genere perché voleva prendere le distanze dai drammi della serie “A casa tutti bene”? 

«In parte...

ho girato questi film anche per i miei nipoti, che non ce la facevano più a vedermi nel ruolo di Carlo, un personaggio così oscuro, pieno di problemi». 

Cosa le ha lasciato l’esperienza con Muccino? 

«Un senso di libertà totale che mi ha permesso di raggiungere un’espressività profonda, non mediata, di pancia. Me la ritrovo ora nella vita». 

È di nuovo al lavoro? 

«Per ora mi godo le vacanze e vado in giro a raccogliere premi. Per tornare sul set ho bisogno di progetti che siano caratterizzati dall’urgenza, cioè capaci di darmi la voglia di esplorare nuovi personaggi e, insieme, parti di me che magari non conosco». 

Cosa aveva di urgente ”Cattiva coscienza”? 

«Il film è un inno alla vita, invita ad avere più coraggio. Siccome interpreto un personaggio che lascia la dimensione soprannaturale per scendere sulla terra, sul set avevo la febbre come se scoprissi anch’io per la prima volta la realtà». 

Romantico sullo schermo, lo è anche nella realtà? 

«Sì, e sono anche passionale». 

Ha un amore, oggi? 

«Meglio parlare dei miei film, che raccontano le turbolenze del cuore». 

Soddisfatto della carriera? 

«Felice. Sono stato diretto da maestri, come Giuseppe Tornatore e Cristina Comencini, e ho avuto il coraggio di aspettare le occasioni giuste. Non ho la bulimia da lavoro. Amo mettere un intervallo tra un film e l’altro per ritrovare me stesso, andare a pescare, vivere». 

Esiste uno star system in Italia? 

«Ci sono attori sui cui il mercato punta a volte abusando di loro. Anche quando non sono necessari. Si tende ad affidare i ruoli agli stessi nomi senza rischiare». 

Come tanti suoi colleghi, sente anche lei la voglia di dirigere un film? 

«Per ora no, mi godo il percorso da attore. Una regia l’ho fatta in teatro: Morte di un commesso viaggiatore». 

Ce l’ha un agente americano? 

«Sì, se è per questo anche a Londra. Ho fatto alcune esperienze internazionali come Ben Hur, The Price of Desire, Mary Magdalene. Altre le ho rifiutate. Ma non mi sono mai imbattuto in un progetto che mi desse voglia di lasciare l’Italia. Amo il cinema del nostro Paese e quello europeo in cui ho ancora tanto da dire». 

Ha rinunciato a qualcosa d’importante per affermarsi? 

«Ho investito molto tempo nella mia crescita di attore sacrificando gli amici, la vita di tutti i giorni». 

Una qualità che si riconosce? 

«La determinazione. Sono del segno dell’Ariete, se voglio una cosa non mi ferma nessuno». 

E un difetto che vorrebbe correggere? 

«La rigidità. A volte vorrei essere più accogliente». 

Genovese afferma che il pubblico bisogna meritarlo. Lei ha la coscienza pulita? 

«Ce l’ho immacolata. Mi faccio in quattro per interpretare al meglio i miei personaggi. Bisogna lavorare con il cuore: arriva sempre». 
 

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