Francesco Rocca: sotto attacco per il Gay Pride, lascio la presidenza della Croce Rossa

Il governatore del Lazio: "Gli attacchi che ho subito mi hanno fatto riflettere, ma resto un volontario"

Francesco Rocca: sotto attacco per il Gay pride, lascio la presidenza della Croce rossa
di Mario Ajello
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Venerdì 23 Giugno 2023, 22:09 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 01:06

Presidente Francesco Rocca, perché ha scelto di dimettersi dopo tanti anni da presidente della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa?
«Mi sono dimesso dal ruolo di presidente ma non dalla Croce Rossa di cui rimango sempre un volontario. Ho preso questa decisione con dolore ma anche con grande senso di responsabilità». 


Perché si è sentito di farlo?
«Per evitare che quella che considero la parte più bella della mia vita possa essere strumentalizzata o danneggiata dal fatto che svolgo l’importante funzione di presidente del Lazio. Voglio evitare che le mie decisioni politiche e in generale la mia attività alla guida della Regione possano creare confusione in una istituzione a me carissima, che è presente in 192 Paesi del mondo e che deve sempre godere della fiducia di tutti». 


Le polemiche sul ritiro del patrocinio del Lazio al Gay Pride l’hanno convinta a dimettersi? 
«Quella vicenda mi ha fatto riflettere.

Io avevo dato il patrocinio ma sono caduto nella manipolazione del portavoce di quella manifestazione. Mi hanno fatto passare per un nemico dei diritti civili, compresi quelli Lgbt, quando io invece li ho sempre sostenuti e difesi sia in Italia sia nel mondo. La mia storia parla per me. E comunque quella vicenda mi ha fatto venire il dubbio se non fosse stato il caso di tirare fuori la Croce Rossa da questo tipo di manipolazioni. Il fatto di essere presidente di questa grande istituzione mi ha impedito di rispondere a tono alle accuse assurde che mi venivano mosse, obbligandomi ad entrare in un terreno scivoloso com’è quello della maternità surrogata che divide molto e anche la stessa comunità internazionale impegnata nei diritti civili e le organizzazioni femministe. In questo ginepraio la Croce Rossa non deve essere coinvolta pagando il prezzo delle polemiche che a volte chi ricopre il mio ruolo politico-istituzionale può trovarsi ad affrontare».

 
Lei è stato il primo italiano eletto presidente della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Prima nel 2017 e poi riconfermato nel 2022. E ora basta?
«Ho avvertito gli organismi interni affinché sia convocata, probabilmente a dicembre, un’assemblea generale straordinaria e in quella sede sarà eletto il mio successore. Fino a quel giorno, continuerò ad esercitare il mio ruolo con la determinazione e la passione di sempre». 


Due esempi di interventi della sua presidenza in Croce Rossa di cui va particolarmente fiero? 
«In realtà, sono tanti. Mi fa molto piacere ricordare lo sblocco degli aiuti umanitari per la crisi in Venezuela nel 2019. O il ruolo svolto durante la pandemia. In generale la Croce Rossa ha aumentato il grado di fiducia da parte dei Paesi e delle popolazioni di tutto il mondo, tanto è vero che le contribuzioni si sono quadruplicate negli ultimi 4 anni. Per tutto questo, e per tanto altro, chiudere questo ciclo per me non è una scelta semplice. Ma anteporre gli interessi della Croce Rossa e dei 16 milioni di volontari che vi partecipano è sempre stata la mia priorità e mi confortano le centinaia di messaggi di ringraziamento che mi stanno arrivando da ogni parte del mondo».
 

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