Fino a qualche settimana fa, con la passione di sempre, Fabrizio Zampa aveva continuato a scrivere sulle pagine del Messaggero, il suo amatissimo giornale fin dal 1970 quando era entrato da redattore dopo aver avuto successo come musicista, nel ruolo di batterista della gloriosa band dei Flippers. Per oltre 50 anni è stato una firma storica della musica scrivendone con competenza estrema e un’attenzione maniacale ai dettagli, cioè facendosi scrupolo di citare anche il singolo componente di un gruppo, l’orchestrale più oscuro: venendo da quel mondo anche lui, manteneva un grande rispetto per l’ambiente di cui sentiva di far ancora parte. Oggi, mentre la notizia della sua scomparsa continua a suscitare sorpresa e dolore in tutta Italia, pare incredibile pensare che Fabrizio, ragazzo di 85 anni ancora pieno di curiosità ed entusiasmi, se ne sia andato per sempre. Resta la consolazione di sapere che è stato assistito fino all’ultimo dall’amore dei figli Massimiliano e Daniele, della nuora Simona, di Cristiana, presenza costante, imprescindibile della sua vita. E tornano come flashback di un passato ancora vivissimo i ricordi della sua esistenza avventurosa, sempre all’insegna della curiosità, della levità, di una gentilezza che lo aveva fatto amare da tutti, dai colleghi giornalisti fino ai musicisti-amici come Lucio Dalla, Fabrizio De André, Paolo Conte, Francesco De Gregori, Edoardo Vianello, Pino Daniele. Fabrizio aveva una gioia di vivere e un ottimismo di fondo che fino all’ultimo gli hanno regalato un’invidiabile leggerezza, quasi fanciullesca.
Un’altra notizia che fa molto male. Fabrizio Zampa non c’è più. È stato un grande del nostro mestiere: quando mi sono potuto sedere di fianco a lui al @ilmessaggeroit ho preso ogni secondo come una lezione. E lui è stato generoso, sornione e sorridente. Un milione di storie… pic.twitter.com/mnW8PcSPLd
— Alberto Infelise (@albertoinfelise) July 4, 2023
Pur essendo un pezzo da novanta del giornalismo musicale, era il miglior collega che uno si potesse augurare.