Giubbotto di pelle nera, aria stropicciata di chi dorme poco o comunque non fa più caso a certe formalità, dopo aver venduto nove milioni di libri in vent'anni e 40.000 in una settimana con la sua ultima fatica, Tutto è qui per te Fabio Volo è in un albergo del centro di Roma per promuovere l'uscita di Kung Fu Panda 4, al cinema da oggi. Nell'ultimo capitolo della saga animata del panda lottatore, lo scrittore, attore e speaker radiofonico (Il Volo del mattino, su Radio Deejay) torna a prestare la voce al protagonista Po, deciso a trovare un erede che prenda il suo posto come Guerriero Dragone.
LA CARRIERA
«Sono affezionato a questo personaggio. Mi ci sono sempre ritrovato: le sue evoluzioni hanno seguito le mie. È il disegno della mia vita», racconta. Outsider all'inizio della carriera - la comunità letteraria non l'ha mai amato: Michela Murgia lo stroncò impietosamente - adesso, a 51 anni, Volo si sente nell'età giusta per «passare il testimone. Solo che dal punto di vista professionale non vedo un erede. Faccio film e non sono un attore, scrivo libri e non sono uno scrittore. Il mio erede è uno che racconta se stesso a modo suo. Ma non trovo uno che possa prendere il mio posto, che mi somigli». Dieci anni fa, tra il 2010 e il 2011, aveva già pubblicato cinque romanzi e al cinema era una piccola star da tre film l'anno (Matrimoni e altri disastri, Figli delle stelle, Niente Paura). Oggi, panda a parte, le sue presenze sul grande schermo si sono diradate. «Oggi considero la radio il mio lavoro», dice. «Quando sono diventato padre (di Sebastian, nato nel 2013, e Gabriel, del 2015, ndr) ho capito che se avessi continuato a fare radio, cinema e tv non avrei più visto i miei figli. Non volevo dargli il tempo che mi restava. Dovevo rinunciare a qualcosa. E così sono saltati tv e cinema».L'AMBIZIONE
L'ultima apparizione l'anno scorso, nella commedia Una gran voglia di vivere di Michela Andreozzi: «A forza di dire di no hanno smesso di chiamarmi. Ora che i miei bambini sono più grandi, e le riprese dei film non durano più due mesi e mezzo, perché non ci sono più soldi, potrei anche ricominciare. Ma non ho mai avuto l'ambizione di fare un film all'anno».Diverso il discorso per quanto riguarda la tv, dove ha iniziato, a fine anni Novanta, come volto de Le Iene. «Avrei bisogno di un ambiente in cui possa fare il mio lavoro. E adesso quell'ambiente in tv non c'è. A me piacerebbe parlare. Ma ora in tv funzionano solo la politica e i talent. Le Iene sono decollate davvero dopo tre stagioni. Adesso, se dopo tre mesi il programma non fa ascolti, è flop. Mi servirebbero tre o quattro anni per ingranare, ma oggi chi te li dà? E non ho voglia di associarmi ad altri flop. Dalla tv sto fuori volentieri».