Arianna Mihajlovic: «Giudicatemi pure, non me ne frega niente. Ma io so cosa vuol dire provare dolore»

Il racconto della moglie: "Ho mostrato sorrisi forzati, con Sinisa nel cuore"

Arianna Mihajlovic: «Giudicatemi pure, non me ne frega niente ma io so cosa vuol dire provare dolore»
di Luca Uccello
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Agosto 2023, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 15:08

Non è stato semplice ritrovarsi davanti le sue scarpette, le sue tute. Le maglie. «Mi sono fermata, come se avessi ricevuto uno schiaffo, e mi sono detta: "Vivo o muoio?" Ho scelto di vivere». Al settimanale Chi, Arianna Mihajlovic racconta la sua prima estate senza di lui, senza Sinisa.

«All’inizio ho provato una sensazione orrenda: lo sentivo per casa, ovunque. Poi ho scelto di vivere e non perire. Nicholas, il più piccolo di casa, mi vedeva da sola e mi chiedeva quando sarei uscita: si sentiva in colpa se rimanevo a casa. Allora mi sono circondata di amiche, ho provato a non farmi vedere triste. Ho mostrato sorrisi forzati, con Sinisa nel cuore. Perché lui ci sarà sempre, fino a quando non lo ritroverò... perché lo ritroverò! E i sorrisi dei miei figli hanno ricreato l’amore che lui ci ha insegnato». 

Virginia Mihajlovic, matrimonio con Alessandro Vogliacco a Monopoli: la figlia di Sinisa doveva sposarsi un anno fa

A chi l'ha giudicata fino a oggi per i suoi comportamenti, i suoi atteggiamenti, lei risponde così: «Giudicatemi pure, non me ne frega niente.

Io ho un fratello che è stato male di depressione, lo capisce? Io stessa ho rischiato di cadere nella depressione. Non posso, non potevo, non devo!».

Arianna tira dritto perché lei sa cosa vuol dire provare dolore. «Io ho vissuto quasi quattro anni di ospedale. Ho visto mio marito fare due trapianti di midollo ed esultare se le analisi andavano leggermente bene. Ho visto per troppo tempo persone appese alla vita. Un conto è parlare di dolore, un altro è viverlo. Mio marito una settimana prima di morire ha fatto dieci chilometri di corsa e io mi devo abbattere o cadere nella depressione? No! Continuo a vivere per i miei figli».

E tra i cinque figli «Vicky, la più grande, paradossalmente è la più fragile, perché aveva un amore particolare per il padre. Lei dice “Non troverò mai un fidanzato come papà”».

 

C’era un sogno che Sinisa non è riuscito a realizzare prima di andarsene? «Allenare la Lazio: avrebbe voluto farlo a tutti i costi, i miei tre figli sono tutti laziali. Questo era il suo sogno nel cassetto...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA