E l'Italia fu “Bellissima”

E l'Italia fu “Bellissima”
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Venerdì 21 Novembre 2014, 06:08
LA MOSTRA
Capucci e Valentino, Schubert e Gattinoni, Mila Schon, Marucelli, Curiel, Simonetta, Galitzine. Veneziani i nomi e gli abiti dei celebri atelier tornano con la loro fascinazione in una esposizione che narra l'evolversi dello stile italiano in quel dopoguerra tanto ricco di fermenti da creare una speciale sintonia tra cultura, cinema e moda. «È una celebrazione di Roma, dall'abito delle Sorelle Fontana che appare sulla copertina del catalogo fino alle immagini degli interni di atelier, tutto contribuisce a rendere omaggio a quel momento di esplosione creativa in cui inizia la rinascita del Paese e in cui la moda italiana finalmente trova la propria identità svincolandosi da quella francese», dice Maria Luisa Frisa, storica della moda, che con Stefano Tonchi e Anna Mattirolo ha curato "Bellissima - L'Italia dell'alta moda 1945-1968" che sarà al Maxxi dal 2 dicembre fino al 3 Maggio 2015. AltaRoma finalmente realizza il sogno di una esposizione sulla grande sartoria, vero inizio del made in Italy, ma è tutta l'Italia a essere raccontata in questo duetto tra vestiti e opere d'arte.
IL BINOMIO
La parata di ottanta capolavori in tessuto, resa ancora più spettacolare dalla magnificenza dei gioielli di Bulgari, main sponsor, è circondata dalle opere di artisti italiani di fama mondiale. «Mi piace sottolineare l'importanza e l'operosità delle sartorie, e la vitalità delle gallerie come l'Obelisco nata per iniziativa di Gaspero del Corso e della moglie Irene Brin, scrittrice e redattrice di moda per Vogue. Nelle gallerie si incontravano gli intellettuali. Il cinema aggiungeva internazionalità, le sarte erano l'emblema della donna moderna». Maria Luisa Frisa ricorda personaggi significativi come Clara Boothe Luce, ambasciatore degli Usa in Italia e amica di Fernanda Gattinoni, Consuelo Crespi immortalata nei palazzi patrizi per le riviste americane, il fotografo Johnny Moncada. Nascevano jet set e cafè society. «L'apparente "dolce far niente" romano era ricco di innovazione, eccentricità, sperimentazione». Come scegliere gli abiti? «Li abbiamo selezionati tra archivi privati, maison, collezionisti come Quinto e Tinarelli, sartorie teatrali come quella di Gabriella Lo Faro, e alla Galleria del Costume di Firenze».
Saranno esposti il vestito pretino delle Fontana ideato per Anita Eckberg, modelli di Gattinoni nati per Ingrid Bergman, Lana Turner, Audrey Hepburn. Si vedranno una pelliccia-capolavoro di Fendi, un cappotto di Biagiotti. Mise di sartorie milanesi. Disegni, testi e giornali d'epoca. Abiti di Balestra e Sarli, scarpe di Gucci, Ferragamo, Dal Co e Fragiacomo, borse di Roberta di Camerino, bigiotteria di Coppola&Toppo, parlano di altissimo artigianato. Un inno alla genialità e al lusso sono i gioielli Bulgari: serpenti in oro, diamanti e smalti. Una collana Anni 50 in platino, rubini e diamanti: totale settanta carati.
LA COLLABORAZIONE
Molti invitati alla serata inaugurale arriveranno dagli Stati Uniti. «L'America è stata la grande alleata del rilancio italiano e della sua moda. Non è escluso che dietro il sostegno per il settore ci fosse il Piano Marshall - dichiara Stefano Tonchi, fiorentino, direttore di "W" autorevole rivista di moda statunitense - Il comunismo era alle porte, l'Italia diventò l'immagine di un mondo libero e felice. Gli americani, non a caso, dirottarono verso Cinecittà la produzione cinematografica. Investirono nella moda italiana. Fu anche un gran momento per le donne. Tra le sarte famose, la principessa Irene Galitzine, la duchessa Simonetta Visconti. Accanto a loro Sofia Loren, Silvana Mangano, Elsa Martinelli». Fu Giovanni Battista Giorgini a intuire il potenziale economico della moda italiana e l'abito, delle Sorelle Fontana per Linda Christian funzionò come spot.
Anna Mattirolo, direttore del Maxxi Arte, sottolinea Roma come "capitale culturale d'Italia" La moda al museo: ne è orgogliosa Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi: «Bellissima" nel primo spazio museale italiano dedicato alla creatività contemporanea, rappresenta un importante riconoscimento del valore storico e culturale dell'alta moda». Dice l'a.d. di Bulgari Jean-Christophe Babin: «Attraverso questa partnership omaggiamo i visionari dell'alta moda italiana che tra il 1945 e il 1969 hanno contribuito al valore del made in Italy. In quegli anni Bulgari diventava, con il suo stile inconfondibile, il gioielliere per eccellenza delle dive della Dolce Vita».
Paola Pisa
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