Romeo, ex capo staff: «Io e Raggi sapevamo delle cimici. I dialoghi delle chat rimangano segreti»

Romeo, ex capo staff: «Io e Raggi sapevamo delle cimici. I dialoghi delle chat rimangano segreti»
di Simone Canettieri
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Venerdì 6 Gennaio 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 08:04

Erano «quattro amici al bar», come da celebre chat ora scandagliata dalla procura. Lui, Salvatore Romeo, il «capo» Raffaele Marra, Daniele Frongia, già vicesindaco prima della bufera e poi declassato ad assessore allo Sport e infine, certo, Virginia Raggi. Adesso, Romeo - che da lunedì ritorna al dipartimento Partecipate dopo una parentesi come segretario politico della Raggi con stipendio triplicato e un’inchiesta dei pm proprio su questa nomina - spera che il contenuto di quelle chat non venga reso noto. 

Perché Romeo? Cosa teme?
«Se ci sono gli omissis nelle carte dell’inchiesta tali devono rimanere perché non hanno rilevanza penale».

Ma magari politicamente sì.
«Faccio un esempio: se io le scrivo in una chat che sono innamorato di lei, e poi viene pubblicato, la gente penserà che io e lei siamo amanti anche se non è vero. E se avrò detto, faccio un altro esempio, che mi piaceva una segretaria, non penso che sia interessante la pubblicazione di questo dialogo».

Si parla di un’imminente indagine nei confronti della sindaca proprio per l’inchiesta sulla sua nomina a capo della segreteria politica, già sconfessata anche dall’Anac. Si sente in colpa?
«No». 

L’inchiesta può frenare la giunta grillina a Roma?
«Penso che siano tutti attacchi strumentali, quindi credo proprio di no».

Lei si è immolato sull’altare di Grillo per salvare Raggi?
«Ho pagato, questo è vero. Il mio passo indietro lo considero un atto di responsabilità necessario per consentire alla giunta di andare avanti serenamente. E soprattutto per difendere Virginia dagli attacchi interni».

Vuole passare da capro espiatorio?
«No, anche Frongia ha fatto un passo indietro».

Politicamente il M5S non le ha perdonato, dopo mesi di polemiche sul suo ruolo, la vicinanza a Raffaele Marra. Rinnega l’amicizia?
«Ho pagato il nostro rapporto privilegiato. Io non sono un gargarozzone».

Cioè?
«Non sono un ingordo di potere, non faccio parte di questo mondo. Non voglio mettere in difficoltà il mio sindaco, in questa città bisogna lavorare se ci sono degli ostacoli è un problema».

Il problema è l’influenza di Marra sul Campidoglio e sulle scelte della sindaca. 
«Questo avrò modo di spiegarlo meglio in futuro. La mia conoscenza con Raffaele è iniziata nel 2013 quando lui era il mio capo di dipartimento, la ragione per cui lo chiamavo in chat «capo», abbreviando. Parliamo di un professionista, plurilaureato, sicuramente ci sarà stato un errore di valutazione evidente da parte mia. Ma i fatti che gli vengono addebitati sono precedenti al suo rapporto con il M5S che nessuno di noi conosceva».

Lei si sente ancora un grillino doc nonostante i vertici del M5S abbiano chiesto la sua testa ottenendola?
«Diciamo di sì».

Diciamo?
«Sì, adesso sono un grillino in vacanza, da lunedì ritorno al mio vecchio lavoro, poi vedremo».

Vorrebbe spiegare a Grillo e Casaleggio la sua versione dei fatti?
«Su questo non rispondo, mi fermo subito».

Si sente un perseguitato politico?
«Allora, la scelta di fare un passo indietro non mi è stata imposta».

Sicuro? A dire il vero il suo allontanamento è stato uno delle condizioni per non togliere il simbolo del M5S alla Raggi.
«Non è vero».

Adesso che non è più capo della segreteria politica ammetterà che con la sindaca salivate sul tetto del Campidoglio per non farvi intercettare.
«Diciamola tutta: sapevamo delle cimici in Comune dal secondo giorno di governo della città. Sul tetto ci saremo andati quindici volte, quel giorno mangiavamo un panino, come sempre, poi è uscita fuori quella foto ed ecco che è scoppiato un caso».

Quindi sapevate delle cimici?
«Sì».

Teme le ripercussioni dell’inchiesta Marra?
«Le indagini hanno a che vedere con un ipotetico reato di corruzione, le chat non dimostreranno alcun tipo di mio coinvolgimento in merito a questi reati».

Le manca il rapporto con la Raggi? La sindaca non faceva un passo senza Romeo.
«Certo. Il rapporto professionale mi manca».

Vi sentite ancora?
«Sì, ci siamo fatti gli auguri a Natale, a Capodanno».

La Raggi le chiede ancora consigli?
«No, mi sono allontanato: bisogna smarcare la testa da alcune cose». 

 

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