Niente sesso, siamo moderni: il filosofo Schmid analizza il "Sex Out"

Niente sesso, siamo moderni: il filosofo Schmid analizza il "Sex Out"
di Paolo Di Paolo
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- Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 15:27

Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso - anzi, su come se ne può fare a meno - sta racchiuso nel piccolo libro di un filosofo. Non esageriamo: lo spirito di “Sex Out”, appena pubblicato da Fazi, è quello di dimostrare come si possa, dal sesso, mantenere la giusta distanza. Non farsene travolgere, non rischiare di uscirne per sempre. "Sex out" è d'altra parte, la frequente secca erotica in cui si arenano i rapporti di coppia. Il tedesco Wilhelm Schmid non si domanda tanto come e perché accada: lo dà per assunto. Bisogna quindi, sostiene, fare i conti con questa quasi assoluta verità e venirne a capo, trovando una saggia posizione - senza allusioni - tra svalutazione secolare dell'eros e sua sopravvalutazione isterica. 
 
L’AIUTO
Fermarsi e riflettere, consiglia il filosofo. Fosse facile. È lo spazio dell'esistenza umana (o animale in genere) in cui siamo meno portati a riflettere. Ecco perché il supporto della filosofia: la storia del pensiero ha qualcosa da dire sul sesso? Sì, parecchio - almeno a sentire Schimd, che scomoda Platone, Kant, pesca suggestioni da Hopper e dal cinema. Certo, non pare così originale il decalogo che ne trae. Quasi come i consigli, della nonna no magari, ma di una scafata e complice zia, le sue regole ci invitano a non stare buttati troppo a lungo sulla poltrona, a darci - dice proprio così - "un tono". Il gioco di seduzione non deve, non dovrebbe mai interrompersi. Occorre rilanciare sempre. E in questo aiuta un po' di sano narcisismo. Piacersi e amarsi - con moderazione - tiene viva anche la nostra carica erotica. 

KANT E GLI ALTRI
Anche se Kant non è d'accordo non fa niente. «Nelle sue lezioni sulla Pedagogia sostiene - piega Schmid - che questa forma di voluttà verso se stessi non serve a nulla. Kant era uno che si affidava esclusivamente al pensiero. È chiaro che non poteva non considerare questo piacere puramente fisico come qualcosa di impuro. Ci sono stati però altri filosofi che invece hanno considerato il contatto intimo con se stessi come una possibilità di riportare, almeno per un momento, l’Io pensante alla sua corporeità».
Mente e cuore alleati, potremmo dire, o di più: mente e sesso. I segnali del corpo non vanno trascurati né repressi: Schmid chiama in causa autoerotismo e pornografia e sesso a pagamento senza pruderie. Piacersi e darsi piacere - sostiene un po' enfaticamente il filosofo - «permette di stabilire una confidenza con i sentimenti e riempire la nostra anima». Certo, aggiunge, più che sul "quanto spesso" occorre investire sul "come farlo": trasgressione, originalità, e soprattutto gioco tengono accese le zone erogene. Il cervello, la sensibilità anche intellettuale vanno considerate tali. 

QUOTIDIANITÀ
Schmid azzarda: «La sensibilità ci offre una grandiosa possibilità di penetrazione orale. Quando mangiamo assumiamo nel nostro corpo cose e materiali di ogni tipo: un mouthshot. Questo tipo di sesso fa così bene da non dover essere ridotto a momenti occasionali, ma può essere usato soprattutto come reazione al sexout. Un vero e proprio godimento orale è quello offerto dal caffè, che rivitalizza l’es[/FORZA-RIENTR]sere umano, lo ispira e lo bendispone, proprio come il sesso. Ci sono esseri umani che, ogni mattina, stabiliscono un contatto intimo con una tazza di caffè a cui sono affezionati». 
La soluzione dunque è sessualizzare altro, spostare il desiderio su altro? Volendo. Schmid non indietreggia di fronte alle possibilità offerte dalla tecnologia e dalla virtualità. Parte da un fotogramma di "Her", il film di Spike Jonze - il protagonista è attratto dalla voce di una intelligenza artificiale -, e lo prende a pretesto di una riflessione sul "sesso mentale". Ma poi arriva alla conclusione che - frustrati dall'inconcreto - tanto vale tornare alla realtà.

LA SOLUZIONE
All'amicizia - erotica o no che sia. «La riscoperta e la cura rinnovata per l’amicizia, cioè per un amore senza sesso, è forse il risultato migliore che si può trarre dal sexout». Così precipita verso la domanda più spiazzante: il sesso è davvero fondamentale? È una cosa davvero importante e necessaria nella nostra vita? Socrate, nel Simposio, mostra al giovane Alcibiade come una bella nuotata possa essere ripagante quanto altri e più intimi piaceri. Ma la carne, in quanto caduca, non deve essere per Socrate l'orizzonte principale. Troppo? Comunque, anche il contemporaneo Schmid è convinto della necessità di slegarsi dalla schiavitù del desiderio. Una vita a mezz'altezza la chiama lui. L'approdo distaccato e apatico di un signore sessantaduenne? O una forma di superiore saggezza? «Lasciamo perdere quindi il sesso sisifeo degli irruenti e cerchiamo di accontentarci di un su e giù più dolce, provando a dedicarci, nel frattempo, ad altre fatiche e piaceri. A metà strada è possibile risolvere anche molti altri problemi, non solo quelli sessuali. La soddisfazione, forse, non sarà piena. Ma non lo sarà neanche l’insoddisfazione».
 
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