M5S, Marika Cassimatis: «Se Beppe non mi dà il simbolo è giusto che ci pensino i giudici»

M5S, Marika Cassimatis: «Se Beppe non mi dà il simbolo è giusto che ci pensino i giudici»
di Stefania Piras
4 Minuti di Lettura
Sabato 1 Aprile 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 10:40

«Nel M5S non ci sono precedenti di votazioni online annullate e rifatte, la nostra battaglia serve perché potrebbe succedere ancora». Non vuole essere l’ex candidata sindaco di Genova Marika Cassimatis, la docente di 50 anni scomunicata da Beppe Grillo con un post sul blog.

Ora quel post è allegato a una denuncia per diffamazione, giusto?
«Esatto. Non è una novità. Lo avevo annunciato e l’ho fatto. La mia querela sta seguendo l’iter normale che deve seguire. È un atto dovuto».

Perché si sente diffamata?
«Per Beppe Grillo mi riferisco al post con il quale ha sospeso la mia lista con le frasi esplicite dove ci hanno accusato di aver tramato con il M5S prima, dopo e durante. Accuse gravi a me e alla mia lista di candidati consiglieri. E invece la querela contro Alessandro Di Battista è per un’intervista dove ci ha definiti squali».

Non c’è stato modo di parlare prima di arrivare alle carte bollate?
«No, sono stata costretta perché e guardi le dico che è la prima volta che faccio una querela in vita mia».

Scusi ma non dovevate incontrarvi con Grillo? Si è fatto sentire?
«Nulla, nulla, nulla. Non ho alcun tipo di notizia o segnale di incontro. Noi il tempo per chiarirci lo abbiamo offerto e anche abbondante ma interpreto questo silenzio come una volontà di non chiarire».

Sarebbe disposta a ritirare la querela se ci fosse un chiarimento?
«No, voglio che la querela vada avanti. Ho già spiegato perché ho denunciato. A seguito di quel post ci sono state delle aggressioni verbali via web. Ci hanno riempiti di accuse fumose. Abbiamo chiesto di vedere i documenti di cui parla Grillo e che provano queste accuse tali per cui non abbiamo diritto ad avere il simbolo e presentarci dopo aver vinto le comunarie online del 14 marzo».

Ma al di là delle battaglie legali lei si candida oppure no?
«Ora siamo in attesa della pronuncia dei giudici a cui abbiamo chiesto di sospendere la lista Pirondini votata a livello nazionale contro le regole del M5S».

Ma lei, la sua lista, che fine farete?
«Vediamo ora come si evolvono le cose. Dico questo ora».

Quindi aspetta il via libera dal tribunale per fare la sua scelta politica?
«Noi chiediamo di tornare in gioco e di correre alle prossime elezioni amministrative con il simbolo M5S».

Se non glielo ha concesso Grillo lei lo chiede ai giudici?
«Sì, la richiesta è questa».

Ci sono precedenti su cui potete contare?
«Nel M5S no, è la prima volta che viene disconosciuta una votazione sul blog. È stato un fatto anomalo e potrebbe succedere di nuovo».

Perché non siete usciti dal M5S?
«Siamo dentro finché non ci buttano fuori. E non mi risulta nemmeno che ci abbiano disattivato l’account».

I suoi candidati consiglieri che intenzioni hanno?
«Siamo tutti molto sereni, siamo in attesa di capire se esistono i documenti contro di noi. Faremo le nostre valutazioni tutti insieme dopo aver fatto chiarezza».

L’11 giugno, il giorno delle elezioni, si avvicina.
«Sì, non so quali siano i tempi tecnici ma abbiamo presentato un ricorso d’urgenza e credo che al tribunale servirà qualche settimana».

Se vi candidate poi bisogna partire con la raccolta firme e tutte le altre procedure, no?
«Certo».

Ha sentito il suo avversario Luca Pirondini?
«No, e non è ancora è stata pubblicata la sua lista di candidati consiglieri».

Voi avreste un programma? Sareste pronti a partire con la campagna elettorale?
«Sì ci sono stati degli incontri sul programma ma ora è tutto fermo».

Avete ricevuto solidarietà?
«Ci è arrivata tanta solidarietà da parte non solo di attivisti genovesi ma da tutta Italia. Siamo attivisti di lungo corso e abbiamo tanti amici».

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