«Può essere considerato senza dubbio un errore. Ma penso che sia necessario fare chiarezza. Conosco Mario Morcone da più di 20 anni, siamo amici di famiglia. E’ proprio in un’occasione conviviale ragionavamo del destino dei nostri figli e delle poche prospettive di trovare un’occupazione stabile. E a lui venne l’idea di chiamare Odevaine per vedere se c’era la possibilità di fare scrivere a mia figlia qualche articolo nella rivista della fondazione per rafforzare il curriculum».
«Grande rabbia perché da una vicenda inesistente, che si è limitata a un semplice colloquio senza produrre nessun effetto, Odevaine ha immaginato di poter utilizzare il mio ruolo. All’epoca pur non conoscendolo, Odevaine era una persona stimata da tutti».
Come andò l’incontro tra sua figlia e Odevaine?
«Le fu proposto di collaborare per alcuni mesi gratuitamente e né fu mai più cercata. Parliamo di un’assunzione che non esiste».
Odevaine però dice che dopo la prova gratis, la ragazza sarebbe stata pagata, appena conquistato l’appalto del Cara.
«Lui può dire ciò che vuole. L’incontro non produsse effetti e né io ho effettuato pressioni per continuare il rapporto. C’è stata solo una telefonata».
Scusi, ma perché quando a dicembre è scoppiata la prima parte di Mafia Capitale, con tutte le intercettazioni, non ha spiegato pubblicamente questa vicenda? Pensava che non uscisse?
Questa è benzina per l’antipolitica e per il M5S.
«
L’altro giorno ha pensato alle dimissioni da segretario del partito. Poi cosa è successo?
C’è anche chi ha commentato la sua vicenda così: e allora se uno è figlio di un deputato non può lavorare?
«Le difficoltà ci sono per tutti, o quasi, e non è un caso che mia figlia sia attualmente disoccupata».
© RIPRODUZIONE RISERVATA