LE IPOTESI ALLO STUDIO
Ma anche con l’operazione immobili, la somma complessiva da portare a riduzione del debito arriverebbe a circa 2 miliardi.
Ne mancherebbero ancora sei. A questo punto entrerebbero in campo due operazioni che il governo ha ammesso di avere allo studio, ma sulle quali una decisione non è ancora stata presa. La prima, più semplice, sarebbe la vendita di una ulteriore tranche di Poste italiane. Ieri in un’intervista a "Il Sole 24 Ore", è stato lo stesso ministro Padoan a confermare che si tratta di una possibilità. La società guidata da Francesco Caio è sbarcata in Borsa a fine del 2015, quando il Tesoro ha collocato una quota di circa il 34% incassando 3,1 miliardi. Sul mercato potrebbe finire un’altra tranche del 30%, che permetterebbe un incasso simile. Probabile che la decisione finale sia presa in base agli andamenti di Borsa. Difficile replicare l’operazione a un valore inferiore ai 6,75 euro a cui è avvenuto il primo collocamento. Sarà comunque necessario scrivere un nuovo decreto di privatizzazione e attendere che siano scaduti i 180 giorni per i quali il Tesoro si era impegnato a non vendere nuove quote. La seconda operazione allo studio, è il conferimento di Anas alle Ferrovie. Anche in questo caso a confermare l’ipotesi, è stato un ministro, quello delle infrastrutture, Graziano Delrio. L’operazione avverrebbe tramite un aumento dei capitale delle Fs con il conferimento da parte del Tesoro della società delle strade. Il beneficio per il debito deriverebbe dal deconsolidamento del passivo di Anas (più di 3 miliardi di euro). Ma l’operazione non è semplice. Bisognerà convincere Eurostat che la società oggi guidata da Gianni Armani può essere finanziata non più con i trasferimenti dello Stato, ma con una tarifa. L’ipotesi allo studio sarebbe quella di caricare il finanziamento di Anas in una voce ad hoc delle accise. Se tutti i tasselli andranno a posto, gli otto miliardi messi in conto nel Def saranno allora raggiunti.
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