David di Donatello, "Anime nere" fa il pieno

David di Donatello, "Anime nere" fa il pieno
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Venerdì 12 Giugno 2015, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 00:07
Anime nere sbanca i David di Donatello. Il potente noir calabrese diretto da Francesco Munzi, che aveva 16 candidature, vince nove statuette: miglior film, regia, produzione, sceneggiatura, fotografia, montaggio, musica, canzone, fonico di presa diretta. Munzi, classe 1969, si è detto «felice e sorpreso» e ha ringraziato i paesi della Locride che hanno ospitato le riprese del film costato appena 2 milioni e 700mila euro. Il giovane favoloso di Mario Martone (14 nomination) porta invece a casa 5 premi: per il miglior attore protagonista Elio Germano (che ha dedicato il premio al Valle Occupato e a quattro tecnici scomparsi), trucco, acconciatura, costumi, scenografia.



OPERE PRIME

Margherita Buy vince come migliore attrice (per Mia madre), e i migliori non protagonisti sono Carlo Buccirosso per Io e la Giulia di Edoardo Leo (anche David Giovani) e Giulia Lazzarini (Mia madre). Tra le opere prime s’impone Se Dio vuole di Falcone, tra i documentari Belluscone-una storia siciliana di Maresco. Miglior film europeo è La teoria del tutto, miglior film straniero Birdman. Un David speciale è andato a Gabriele Muccino.

A pochi giorni dalla delusione di Cannes, che aveva lasciato a mani vuote i pesi massimi Moretti, Garrone e Sorrentino, il cinema italiano si è consolato. Troppo lunga (due ore e 15) la cerimonia condotta comunque con sicurezza e ironia dall’”usato sicuro” Tullio Solenghi. Ma l’apoteosi del premio, inventato 59 anni fa e tuttora appassionatamente orchestrato da Gian Luigi Rondi, si è avuta ieri mattina al Quirinale dove il Presidente Sergio Mattarella ha ricevuto i candidati.



C’era molta curiosità per il primo incontro del capo dello Stato con la gente del cinema, rappresentata dal musicista premio Oscar Nicola Piovani. Mattarella ha colpito tutti con il suo discorso documentato e ricco di citazioni cinematografiche. A proposito della crisi, ha richiamato il cult di Tarantino Pulp Fiction e, parlando della difesa delle sale storiche, i «tanti Cinema Paradiso». Ha esortato le tv a «trasmettere i film nazionali nelle fasce più idonee per incontrare il grande pubblico». Ha aggiunto: «Il cinema è la rappresentazione più nitida della nostra diversità, ma c’è la necessità del confronto. Esiste un legame fra la crescita culturale e la crescita democratica». Invece «le fratture sociali possono frenarci e farci arretrare nella crisi. Non sarà mai il pensiero unico, o l’illusione della concentrazione del potere, a sanare queste fratture. Serve il dialogo». Applausi ha poi riscosso l’affondo contro la corruzione, «la conseguenza di un impoverimento della civiltà e delle relazioni».

Il ministro Dario Franceschini ha ricordato gli interventi del governo a favore del cinema, come l’aumento del tax credit e del Fus. E ha esortato l’Europa ad essere «più aggressiva» sul mercato «per contrastare il monopolio di fatto delle compagnie americane».

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