Calenda: tavolo per Roma
il 4 ottobre, subito misure
per il rilancio della città

Calenda: tavolo per Roma il 4 ottobre, subito misure per il rilancio della città
di Andrea Bassi
4 Minuti di Lettura
Martedì 26 Settembre 2017, 01:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 16:04

La prima convocazione del tavolo per il rilancio di Roma, voluto dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è stata fissata per il prossimo quattro ottobre. Ieri è partita la lettera con gli inviti, indirizzata alla sindaca di Roma Virginia Raggi, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a quello della Cisl, Annamaria Furlan, al segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, oltre che al presidente dell’Unione degli industriali di Roma, Filippo Tortoriello, e ai rappresentanti di Confcommercio e Confartigianato. L’obiettivo del primo incontro, come si legge nel testo della lettera, «sarà quello di effettuare una ricognizione ed allineamento degli strumenti esistenti e dei relativi driver di sviluppo identificati dalle istituzioni locali». Quello che Calenda chiede a tutti, ma in particolar modo alla sindaca Raggi e al presidente Zingaretti, è di dire quale assetto economico intendono dare alla Capitale nel prossimo futuro e quali sono gli strumenti e le risorse di cui già dispongono. 
IL PUNTO DI PARTENZA
Non si parte da zero. Il ministero, nel suo lungo dossier di analisi della situazione economica della capitale, ha anche censito una serie di progetti già finanziati per 2,6 miliardi di euro, ma non ancora attuati. Non solo. Per far capire che il tavolo non vuole essere di carattere “politico”, ma concreto, il primo punto dell’ordine del giorno della riunione prevede la ricognizione dello stato di avanzamento dei piani di sviluppo già avviati, tra i quali «Fabbrica Roma» e il «Piano della Regione Lazio». Fabbrica Roma è l’iniziativa lanciata dal Comune insieme ai sindacati per fronteggiare le crisi industriali, come quella di Alitalia e di Almaviva, solo per citare le più importanti, ed evitare la fuga di imprese della capitale, come accaduto nei casi della delocalizzazione del centro di produzione di Sky. La stessa sindaca di Roma, in una lettera al Messaggero, aveva ricordato come il progetto Fabbrica Roma stesse andando avanti. Fabbrica Roma, secondo le intenzioni iniziali, doveva fondarsi su quattro pilastri: innovazione, infrastrutture, con grandi opere ma anche piccoli interventi che possano ricucire i tessuti urbani, zero burocrazia e defiscalizzazione. Insomma, il tavolo del ministero sarà anche un’occasione per fare il punto su come il progetto sta proseguendo e se, in qualche modo, il governo può agevolarne la riuscita. Il secondo punto all’ordine del giorno, riguarda invece la raccolta delle proposte delle parti sociali, quindi dei sindacati, della confindustria romana e dei commercianti. Di queste proposte, di quelle del Comune, della Regione e dello stesso ministero, spiega il terzo punto all’ordine del giorno della convocazione del tavolo, ne dovrà essere fatta una sintesi per arrivare a sviluppare delle linee guida e delle proposte concrete per «il lancio di un piano industriale per Roma». L’ambizione del ministero è far sì non soltanto che il tavolo produca risultati concreti, ma li produca anche in tempi brevi. Dunque dalla riunione del quattro ottobre, si dovrebbe uscire con la definizione dei «prossimi passi operativi» da compiere a breve e il «relativo cronoprogramma stringente delle attività individuate». 
LE EMERGENZE
Le emergenze da affrontare, del resto, sono molte come certificato dal rapporto su Roma inviato dallo stesso ministero a tutte le parti convocate al tavolo. Davanti ci sono le cinquantotto crisi aziendali con i 23 mila posti di lavoro a rischio, un’economia che negli anni post crisi non è riuscita ancora a recuperare tutto il prodotto perso (mancano ancora sei punti), che ha perso le imprese più grandi, quelle che fanno investimenti e che danno occupazione più stabile e ha visto un enorme proliferare di commercianti ambulanti e attività di affittacamere. Una città, che a differenza delle altre metropoli europee, non è ancora riuscita a trovare e a darsi una sua vocazione. Tutte questioni che saranno esaminate dal tavolo.

Più difficile, invece, sarà affrontare la questione fiscale. Roma è la città con la pressione locale più alta, sia per le imprese che i lavoratori. Ma qui la soluzione passa altrove, da un profondo risanamento delle finanze cittadine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA