Summit telefonico dei leader: l’intelligence Ue non decolla

Summit telefonico dei leader: l’intelligence Ue non decolla
di Marco Conti
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Mercoledì 23 Marzo 2016, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 08:15

Un giro di telefonate. Tanta solidarietà al frastornatissimo premier belga Charles Michel che anche Matteo Renzi chiama poche ore dopo gli attentati, ma stavolta non viene convocato nemmeno il rituale Consiglio Europeo straordinario. Si parlano tutti con tutti. Renzi con Hollande, Merkel e Juncker, ma il senso di paralisi - che spiana la strada a soluzioni e partiti xenofobi - prevale e alimenta la convinzione di una sostanziale incapacità dei Ventotto di fronteggiare il terrorismo jihadista. Una inidoneità che si aggiunge a quella che impedisce al Vecchio Continente di uscire dalla stagnazione economica o di fronteggiare l’emergenza-migranti.

MURI
A tutto ciò prova a reagire il presidente del Consiglio italiano sostenendo che ora «non è il tempo degli sciacalli ma nemmeno delle colombe» e che «serve una struttura unitaria di difesa e sicurezza». Siamo in guerra, sembra voler sostenere stavolta il premier. Eppure in giro per le capitali europee di false «colombe», gelose delle proprie poco utili informazioni e delle spesso sconclusionate attività di intelligence, ce ne sono ancora moltissime. E’ su questa incapacità dell’Unione di mettere insieme i dati delle attività investigative che contano i terroristi i quali - come ricostruito di recente - viaggiano liberamente tra Europa e Siria consapevoli della inesistenza di una banca dati comune che per esempio avrebbe evitato all’Ungheria dei muri e dei fili spinati, di fermare e rilasciare alcuni dei terroristi che hanno colpito a Parigi. Malgrado il trattato di Lisbona lo preveda, la procura antiterrorismo europea non decolla. «Anzi - spiega il ministro della Giustizia Andrea Orlando - si sta facendo di tutto per svuotarla di significato anche se ormai abbiamo verificato che lo scambio di informazioni tra procure di due Paesi, esistenti in base ai rapporti bilaterali, non è più sufficiente». Gelosie, presunzioni, magistrati e poliziotti di ogni paese preoccupati di perdere poteri e competenze, frenano lo scambio di informazioni che attualmente si limitano a mettere in comune i dati dei rispettivi pregiudicati spesso inutili come dimostrano anche gli attentati di ieri compiuti da persone sconosciute alla giustizia. Banche dati e scambi di informazioni - ha chiesto ieri ancora una volta Renzi - ma anche un apparato sanzionatorio innovativo che riprenda ciò che in Italia è stato utile per combattere la mafia (416 bis). Poco o nulla si ritrova nella direttiva europea anti-terrorismo adottata dai Ventotto paesi dopo i morti del Bataclan. La bozza è ancora in discussione e l’idea di criminalizzare tutte le attività connesse alla preparazione di un attentato, si è via-via spenta al punto che l’Italia, con il ministro Orlando, ha espresso molte riserve anche per l’assenza di una norma che permetta di punire chi si muove tra Europa e Califfato organizzando viaggi a fini terroristici. Per sconfiggere la ben ramificata rete del terrorismo islamico serve invece mettere insieme pezzi di sovranità che leadership impaurite e preoccupate dell’avanzata dei partiti xenofobi e nazionalisti, non hanno la forza di proporre. Stavolta però il sedicente stato islamico, fiaccato in Siria ma finanziariamente ancora ben sostenuto, ha alzato il tiro colpendo la capitale dell’Europa con attentati a pochi passi dalle sedi dove si riuniscono i capi di stato e di governo. Renzi, e con lui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiamano l'Europa all'unità cercando una compattezza sulla sostanza dei problemi che però non decolla per le contrarietà della variegata galassia dei paesi dell’est Europa e per le resistenze di francesi, inglesi e tedeschi a mettere in comune informazioni e procedure.

POVERTA’
Il caso ha voluto che ieri mattina a palazzo Chigi era previsto un incontro tra Renzi, il ministro dell’Economia Padoan e il commissario agli affari economici e monetari Pierre Moscovici. Nell’incontro si è discusso delle prospettive economiche dell’eurozona anche alla luce degli attentati di Bruxelles che hanno confermato l’inutilità di chiudere le frontiere perché, come sostiene Renzi «il nemico si nasconde anche nel cuore delle città europee, nelle periferie» e «vive protetto da dentro certe zone urbane» dove la crisi economica ha colpito più duramente le nuove generazioni. Le stesse che offrono ”manovalanza” al califfato.
 

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