Aboliti molti privilegi dei politici, ma restano in piedi
indennità doppie e triple

Aboliti molti privilegi dei politici, ma restano in piedi indennità doppie e triple
di Diodato Pirone
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 00:50
Il polverone sulla casta ha impedito agli italiani di recepire una grande novità: i vitalizi sono stati aboliti. Dal primo gennaio 2012 per deputati e senatori e dalle ultime elezioni per i consiglieri di ogni Regione, per i politici valgono le stesse regole in vigore per ogni altro lavoratore italiano: prenderai una pensione sulla base di quanto versato. Questa regola vale - ripetiamolo - per tutti i politici eletti dal 2012 in poi quindi sia per deputati e senatori che per i consiglieri regionali attuali. Per costoro restano in piedi vantaggi residuali come quello (non in tutte le Regioni) di poter ottenere la pensione a 60 anni sia pure decurtata rispetto a quella che scatterebbe ai 65. Ma i privilegi pazzeschi di cui hanno goduto i loro colleghi fino al 2012 (come ad esempio quello di poter iniziare a ricevere soldi da 50 anni per i consiglieri regionali laziali) sono finiti. E allora con chi ce l’ha il presidente dell’Inps Tito Boeri quando dice che bisogna tagliare i privilegi? Detto che Boeri parla di circa 200.000 pensioni privilegiate a partire da quelle dei manager, dei ferrovieri e di molte altre categorie confluite nell’Inps mantendendo calcoli vantaggiosi rispetto a quelli dei lavoratori “normali”, è evidente che il presidente dell’Inps parla dei vitalizi dei politici nazionali e regionali maturati fino al 2012.



I DETTAGLI

La fotografia del vecchio regime offre molte sconcezze, come i vitalizi concessi a parlamentari nazionali e regionali eletti per pochi giorni, oppure come il caso offerto dalla Sardegna dove una consigliera regionale, eletta per la prima volta a 21 anni, dopo vent’anni è stata mandata a casa per vedersi riconoscere a 41 anni un vitalizio di 5.100 euro netti mensili. Lo scandalo più grosso è però quello dei doppi e tripli vitalizi: alcune centinaia di politici che hanno fatto i consiglieri regionali, i deputati nazionali e/o europei arrivano a guadagnare cifre dell’ordine degli 11/12 mila euro mensili netti. Sui vecchi vitalizi qualcosa hanno fatto le Regioni che, ognuna con una propria legge perché ogni parlamento regionale ha una propria autonomia, hanno deciso di tagliargli sia pure in misura diversa le una dalle altre. In linea di massima, si può dire che i vecchi vitalizi regionali sono stati ridotti fra i 300 e 1.000 euro mensili. I tagli varranno per tre anni salvo proroga. Nel Lazio la sforbiciata più forte (+40%) scatta per chi gode del doppio vitalizio. In Trentino Alto Adige la Regione ha clamorosamente chiesto la restituzione di centinaia di migliaia di euro a un centinaio di ex-consiglieri di lingua italiana e tedesca. Sono in corso una miriade di cause giudiziarie.



La Camera dei Deputati e il Senato, invece, per ora hanno deciso di non toccare i vecchi vitalizi dei politici né le doratissime pensioni dei loro superpagati dipendenti. Si tratta di una decisione che ha del clamoroso perché le uscite pensionistiche degli ex deputati e degli ex dipendenti di Montecitorio assorbono circa 400 milioni l’anno. Un’enormità.
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