Maria Chiara Giannetta: «Io come Blanca: sono puro istinto. Cieca? Si può dire, non è un'offesa»

Maria Chiara Giannetta: «Io come Blanca: sono puro istinto. Cieca? Si può dire, non è un'offesa»
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Martedì 3 Ottobre 2023, 06:21

Sempre sensibile, ancora più affamata di vita, accompagnata dal bulldog americano Linneo nelle strade di Genova, torna su Rai1 dal 5 ottobre Blanca, l'investigatrice non vedente che con le sue indagini, i suoi amori, il carattere indomabile e gli abiti coloratissimi ha regalato il successo alla protagonista Maria Chiara Giannetta. Siamo alla seconda stagione della serie acchiappa-ascolti prodotta da Lux Vide (gruppo Fremantle) con RaiFiction, diretta da Jan Maria Michelini e Michele Soavi. Blanca, consulente della Polizia, è alle prese con Polibomber, l'attentatore seriale che ha preso di mira gli sbirri. E con gli uomini, dal commissario Bacigalupo all'ispettore Liguori fino a un nuovo agente (nel cast Giuseppe Zeno, Michela Cescon, Stefano Dionisi, Perpaolo Spollon, Enzo Paci). Un ciclone il personaggio, un mix di energia e umorismo l'attrice (che stasera su Rai2 sarà ospite di Stasera c'è Cattelan): Giannetta, 31 anni, proiettata nello star system proprio da Blanca dopo fiction come Don Matteo, Buongiorno mamma e commedie come Mollami, racconta la nuova sfida e la sua carriera di serie A: a Natale uscirà Santocielo, il film che ha interpretato con Ficarra e Picone.


Com'è cambiata Blanca nella seconda serie?
«È cresciuta, e io con lei. Non può più fingere di essere una ragazza e deve fare i conti con la sua spensieratezza e il suo istinto che la portano ad agire senza pensare».


Capita anche a lei?
«Da sempre maniaca del controllo, ho recuperato la mia parte più istintiva grazie a Blanca».


Come spiega il grande successo della prima stagione?
«La gente si è identificata nel mio personaggio perché il suo handicap non è presentato in modo pietistico, ma come una qualsiasi difficoltà della vita. Blanca non fa passi indietro e tutti vorrebbero avere il suo stesso coraggio: è cieca eppure non ha filtri».


Perché lei dice cieca anziché non vedente come vorrebbe il linguaggio politicamente corretto?
«Sono gli stessi ciechi a definirsi tali.

Non a caso nella seconda stagione torna la battuta di Blanca che esprime il loro punto di vista: "Cieco si può dire, non è un'offesa"».


La popolarità ha cambiato il suo rapporto con il lavoro?
«Scelgo solo le cose che voglio raccontare. E ho la fortuna di trovare dei set sempre più aperti in cui il punto di vista di un'attrice è ascoltato e conta davvero».


E come ha contato durante le riprese di "Blanca"?
«Gli autori ci hanno lasciato molta libertà. La sceneggiatura era un canovaccio su cui potevamo improvvisare. Così qualche minchiata che dicevamo sul set è entrata nel racconto. Quando arriva il nuovo poliziotto ho avuto l'idea di farlo innamorare di me. Divertentissimo».


Anche lei, come tante attrici, debutterà nella regia?
«È il momento in cui vogliamo prendere le redini del nostro lavoro e questa esigenza la sento anch'io».


Cosa fa nel film con Ficarra e Picone?
«Il mio personaggio ha una certa spiritualità che viene messa in dubbio. Non posso rivelare altro. Salvo e Valentino hanno alzato l'asticella e, diretti da Francesco Amato, affrontano un tema di grandissimo spessore».


Sente l'invidia delle sue colleghe?
«All'inizio la sentivo. Ma quando cominci a conoscere le dinamiche del lavoro, capisci che c'è un'invidia buona».


Sarebbe?
«Quella che ti porta a imparare il meglio dalle altre. Allora hai fatto Bingo. È successo a me con Barbara Ronchi sul set di Santocielo».


Venire dal Sud le ha dato un senso più forte di rivalsa?
«Mi ha dato un'urgenza maggiore: ho scelto di recitare perché fin da piccola in teatro stavo bene. E i miei genitori l'hanno capito, appoggiandomi sempre».


Porta ancora il caciocavallo di casa sul set?
«Certo. Ora ci aggiungo i biscotti».

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