MOGLIANO VENETO - «Non può essere stata una rapina casuale. Veniamo a camminare qui da vent'anni, è un posto sicuro. Lunedì è stata una delle rare volte in cui nessuno di noi è andato con Marta ed ecco cosa è successo. Lei adesso rischia di morire». Gli occhi sono gonfi di lacrime e la voce trema nelle gole degli amici più stretti di Marta Novello. Diventa però ferma nell'assicurare che fra la 26enne e il suo aggressore di 15 anni deve essere successo qualcosa: «Non erano amici, non abbiamo mai parlato di quello che per noi non era altro che un ragazzino del quartiere. Però non può aver colpito a caso, proprio nell'unico giorno in cui era da sola e per di più poco lontano da casa. Cosa sia successo solo loro lo sanno: forse ha cercato di approcciarla, forse l'ha spaventata e lei ha cercato di allontanarlo. Ma 23 coltellate alla schiena non sono un raptus. Non sono un caso. E ora lui dovrà spiegare e pagare per quello che ha fatto».
I DUBBI
La ragazza, accoltellata alle 17 di lunedì mentre faceva jogging in via Marignana nelle campagne di Mogliano Veneto, lotta per la vita nella terapia intensiva del Ca' Foncello.
LE REAZIONI
La famiglia Novello è chiusa nel silenzio e nel baratro del dolore e dell'apprensione. Il papà Luigi è l'ex presidente del quartiere Marocco, la mamma Chiara lavora nel Veneziano. Con loro a casa c'è anche il figlio 19enne, in attesa di notizie sulle sorti di Marta. Una ragazza brillante, da sempre studiosa e rimasta legatissima alla compagnia di amici del paese anche durante gli anni degli studi universitari che l'avevano portata a Padova, per specializzarsi in mediazione culturale, e poi in Spagna per l'Erasmus. Era fresca di laurea e questo periodo di lockdown lo trascorreva a casa, in via Salvo D'Acquisto. Nella frazione tutti la conoscono, anche perché ha sempre partecipato alle attività sociali e organizzate dalla parrocchia, di cui anche la mamma è volontaria. «Non sappiamo cosa sia successo, siamo straziati» si sono limitati a dire. La 26enne resta in condizioni critiche: i fendenti, tantissimi e violenti, le hanno trafitto la schiena e il busto. Alcuni le hanno anche perforato un polmone, tanta è stata la furia che il 15enne ha riversato sulla sua preda. «A camminare qui venivamo spessissimo aggiungono gli amici di una vita . Lei da appena una settimana aveva cominciato a uscire per correre. Ci aveva chiesto di andare con lei, ma per un motivo o per l'altro non potevamo ed è venuta da sola». Il senso di colpa esplode con un groppo alla gola nel gruppo di giovani, che quasi si sentono responsabili per non aver protetto Marta e che ora pretendono risposte sull'accaduto. La ragazza è stata operata e viene mantenuta sedata. La speranza è che possa presto risvegliarsi, riuscendo così a fornire anche la sua versione sull'aggressione.