Tensione in Asia: gli Stati Uniti hanno approvato il primo trasferimento di armi a Taiwan per 80 milioni di dollari. Spiega la Cnn: il programma di finanziamento militare estero del Dipartimento di Stato sarà utilizzato per rafforzare la capacità di autodifesa di Taiwan soprattutto per quanto riguarda la sicurezza marittima. Ora si teme una reazione di Pechino. In passato gli Usa hanno venduto armi a Taipei, ma in questo caso si tratta di forniture pagate dai contribuenti americani. Nella lettera inviata al Congresso, il Dipartimento di Stato specifica che si parla di sistemi di difesa aerea e costiera, difesa contro i missili balistici, difesa informatica, droni, addestramento militare e munizioni.
Taiwan-Cina, cosa succede?
Il portavoce del Ministero della Difesa cinese - spiega Global Times - ha detto: «Le forniture militari Usa minacciano la sicurezza e il benessere dei compatrioti taiwanesi, il nostro esercito prenderà tutte le necessarie e risolute contromisure».
Se in Ucraina si continua a combattere e a contare i morti, ogni giorno, anche tra i civili, se nel mondo vi sono altre guerre e tensioni che causano preoccupazioni e sofferenze, c’è un altro punto caldo su cui da anni c’è altissima attenzione per ragioni geopolitiche ma anche economiche e tecnologiche. La piccola isola di Taiwan, formalmente non indipendente dalla Cina, vede aumentare il livello di allarme, visto che Xi Jinping è sempre stato molto chiaro nell’affermare la volontà di prenderne il controllo. D’altra parte la popolazione cinese considera a tutti gli effetti Taiwan come parte dellla Repubblica popolare.
❗️ "Taiwan non dovrebbe diventare l'Ucraina", ha affermato il candidato presidenziale miliardario taiwanese Terry Gow
“Non lascerò che Taiwan diventi la prossima Ucraina. Prego il popolo di Taiwan di concedermi 4 anni Prometto che porterò 50 anni di pace nello Stretto di Taiwan" pic.twitter.com/LMMM1hl4On— Luigi Basemi 🏅 (@LBasemi) August 29, 2023
Taiwan ha una posizione strategica basilare per il controllo di mari in quell’area, ma anche per l’economia, a partire dal ruolo chiave nella produzione dei semiconduttori da cui dipende completamente il nostro mondo digitale. Qualche mese fa il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in occasione dell’ennesima esercitazione militare di Pechino nei pressi dell’isola di Taiwan, aveva usato questa sintesi: «Una crisi tra Cina e Taiwan colpirebbe letteralmente tutti i Paesi della Terra».
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Era il 12 aprile quando Blinken pronunciò quella frase, da allora la situazione non è migliorata. E per la prima volta gli Usa hanno dato il via libera al trasferimento di armi al governo di Taipei, procedura che solitamente è riservata agli stati sovrani (ma formalmente neanche Washington ha mai riconosciuto l’indipendenza di Taiwan che Pechino considera una provincia ribelle). Il Dipartimento di Stato americano ha però precisato che questa mossa non rappresenta un cambiamento della politica sullo status di Taiwan.