Sul sito internet della pizzeria Vapiano dell'avenue Kennedy, nel quartiere finanziario di Lussemburgo, l'équipe ha firmato un necrologio in un riquadro nero: «Abbiamo tutti il dolore e la profonda tristezza di aver perduto Sonia». Eppure è proprio qualcuno della squadra, con cui Sonia Di Pinto lavorava da quasi 8 anni, ad averla tradita, ad aver permesso ai suoi assassini di entrare nella pizzeria la notte di Pasqua. Ieri nuove informazioni dall'inchiesta aperta dalla polizia giudiziaria del Granducato sono state confermate al Lëtzebuerger Wort: in tre sono arrestati, hanno tra i 20 e i 30 anni. Due sono stati fermati in una casa in place de la Gare e un terzo per strada, in rue de la Paix a Bonnevoie.
Sonia Di Pinto uccisa in Lussemburgo per rapinarle tremila euro: si sarebbe sposata tra un mese
LA TESTIMONIANZA
I tre sono stati identificati grazie alla testimonianza di una persona che lavorava con Sonia e che la polizia ha quasi subito individuato come sospetta. È stata questa persona a confessare, ad ammettere di aver dato indicazioni ai tre su come e quando entrare nel ristorante.
La donna, 47 anni il prossimo agosto, era nata in Svizzera, ma era originaria di Petacciato, un paese di 4mila abitanti in provincia di Campobasso.
Il suo compagno, Sauro Diogenici, ha scelto di non commentare, ma ha affidato ai social un pensiero per lei: avrebbero dovuto sposarsi il 14 maggio, vivevano insieme a Longwy. «Ciao Angelo mio, ha scritto Sauro, non ti dico addio perché sarà un arrivederci, sono stato molto fortunato a conoscerti, sarai sempre una persona importante, il tuo sorriso mi scaldava il cuore e mi faceva sciogliere come neve al sole». Del sorriso di Sonia, stampato in tutte le sue foto, scrive anche lo staff della pizzeria: «Era piena di coraggio e di un'estrema gentilezza, la sua attenzione verso i clienti e i collaboratori non avevano pari». La pizzeria resterà chiusa «almeno due settimane». Oggi ci saranno i funerali a Petacciato. Sonia faceva parte come volontaria della locale squadra della protezione civile: «Ci resta il ricordo delle giornate trascorse insieme, scrivono i compagni dell'Onlus, le sue risate e la sua voce squillante».