Yaffa Adar, l’ex ostaggio di Hamas: «Ho resistito grazie alla musica di Bocelli». Lui le scrive: canterò per te

La donna ha 85anni ed è stata reclusa 49 giorni. Il tenore commosso: «Il suo coraggio esempio per tutti»

Yaffa Adar, l’ex ostaggio di Hamas: «Ho resistito grazie alla musica di Bocelli». Lui le scrive: canterò per te
di Marco Ventura
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Venerdì 22 Dicembre 2023, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 08:14

Intonava ogni giorno a voce bassa le arie di Andrea Bocelli e la musica che aveva nella mente e canticchiare a se stessa l’ha aiutata a sopravvivere da ostaggio di Hamas a Gaza per 49 giorni, a 85 anni. Adesso che Yaffa Adar è stata liberata, nel primo scambio di prigionieri a novembre, la sua storia è giunta negli Stati Uniti alle orecchie di Bocelli grazie al produttore Gad Oron durante la festa di Hannukkah e lui commosso ha scritto una lettera che la nuora di Yaffa, Aviva Komplas, ha letto alla suocera in diretta Tv in Israele.

«Carissima signora, desidero ringraziarla per l’emozione che la sua storia ha suscitato in tutte le persone che hanno avuto il privilegio di ascoltarla e soprattutto in me che, incredibilmente, ne sono parte! Davvero non avrei mai pensato che la mia umile voce, questo grande dono che immeritatamente ho ricevuto dal Cielo, potesse un giorno rivelarsi così importante! Non c’è premio, applauso, onore o riconoscimento che valga quanto le sue parole che, le assicuro, non dimenticherò mai.

Grazie a lei – prosegue il tenore – d’ora in poi canterò con nuovo entusiasmo, fiducia e energia. Spero di poterla incontrare un giorno e cantare soltanto per lei, qualunque cosa desideri, in modo da cancellare per quanto possibile la dolorosa memoria di quei giorni terribili che neanche posso immaginare. Ammiro profondamente il suo coraggio, che è un esempio per tutti noi. Dall’altra parte dell’oceano, le mando i miei più sentiti saluti, pieno di gratitudine, ammirazione e affetto». Yaffa segue ogni parola e prende la mano della nuora poggiandola sul cuore per farle sentire quanto sia emozionata. «Wow, Andrea Bocelli scrive proprio a me. Che onore. È meraviglioso e incredibile. È il culmine della mia vita». E contempla la firma dell’artista. «C’è di più, Bocelli ti invita e canterà per te». 

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Yaffa appare in uno dei primi video circolati il 7 ottobre, siede in una specie di golf car in mezzo ai terroristi armati di mitra che si vantano di averla catturata. Lei sorride e si guarda intorno, sembra sperduta, dà l’idea di avere una forma di demenza. Ma non è così, anzi. Una volta liberata, ha raccontato che si era imposta di sorridere per non darla vinta ai terroristi e rassicurare la famiglia. «L’ho fatto per i miei nipoti, mi sono detta che dovevano essere fieri di me. Avevo paura? Forse. Ma a quel punto non avevo neanche più paura. Non dovevo spezzarmi, non volevo dargli questa soddisfazione. E non ho pianto, non ho versato neanche una lacrima». A chi poi le ha chiesto se avesse voluto cancellare dalla memoria quei giorni, ha risposto: «Anche no. Penso di essere maturata. Penso di avere imparato qualcosa di me che non sapevo. Ogni mattina cantavo a me stessa Bocelli e mi dicevo: Dio, forse questo mi porterà una buona giornata, forse oggi sarà la volta buona che mi liberano». Adesso si preme la lettera sul petto e la bacia.

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