Cosa succede ai beni degli oligarchi russi congelati? E chi pagherà le spese relative agli yacht, che possono essere ingenti? Gli interventi decisi dal Comitato di sicurezza finanziaria (presieduto dal direttore generale del Tesoro) ed eseguiti dalla Guardia di Finanza si basano su una norma del 2007, già applicata in altre situazioni in cui a livello internazionale sono state decise misure di contrasto al terrorismo, ad esempio nel caso si Al Qaeda e dei Talebani. Ma è soprattutto la gestione dei mega yacht a creare un problema, anche di spese che comporta.
Il decreto legislativo 109 disciplina tutta la procedura ed anche la custodia, la gestione e l'amministrazione delle risorse economiche congelate. Compito che spetta all'Agenzia del Demanio, la quale, sulla base della relazione trasmessa dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza (o anche di altre informazioni disponibili) decide se provvedere direttamente oppure nominare un custode o un amministratore. In entrambi i casi è possibile gestore tutti gli atti di ordinaria amministrazione, mentre per le situazioni straordinarie è necessario richiedere il parere dello stesso comitato di sicurezza finanziaria.
Per quanto riguarda le spese, l'articolo 12 prevede che quelle «necessarie o utili per la conservazione e l'amministrazione dei beni sono sostenute dall'Agenzia del demanio o dall'amministratore mediante prelevamento dalle somme riscosse a qualunque titolo». Dunque se le attività sequestrate sono in qualche modo redditizie, verranno usati questi fondi. Se però «dalla gestione dei beni sottoposti a congelamento non è ricavabile denaro sufficiente per il pagamento delle spese» allora il Demanio o l'amministratore attingeranno ad un apposito fondo nel bilancio dello Stato «con diritto di recupero nei confronti del titolare del bene in caso di cessazione della misura di congelamento».
GLI YACHT
Non si tratta di semplici panfili, per questo la gestione degli yacht sequestrati agli oligarchi russi ha un costo enorme.