Unione europea, Parigi spinge per la difesa comune: la risposta alle minacce di Donald Trump

Ecco perché ieri il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha detto che l'Europa «ha bisogno di una seconda assicurazione sulla vita»

Unione europea, Parigi spinge per la difesa comune: la risposta alle minacce di Donald Trump
di Marco Ventura
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Martedì 13 Febbraio 2024, 06:54 - Ultimo aggiornamento: 14:20

Sì, certo, Donald Trump non smette mai di solleticare la pancia degli americani che non abitano a New York, Boston o San Francisco, forse neppure a Los Angeles, ma quel che dice è esattamente quello che pensa ed è quello che farebbe da presidente. Ed è per questo che ieri i leader europei si sono guardati bene dal prendere sottogamba l'avvertimento agli Stati che non spendono il 2 per cento per la difesa, ossia che non potranno più contare sulla protezione dell'America. Il racconto, quasi una parabola, dispensato a una folla di sostenitori nella campagna presidenziale, riguarda un leader europeo che gli avrebbe detto, quand'era presidente: «Ebbene, sir, se non paghiamo e veniamo attaccati dalla Russia, ci proteggerà?». E lui: «Non avete pagato, siete delinquenti? No che non vi difenderei. Anzi, incoraggerei a fare il diavolo che vogliono. Dovete pagare». L'atteggiamento di Trump viene sintetizzato (e forse un po' semplificato) da "The Atlantic", la prestigiosa rivista americana, spiegando che per lui la Nato è una sorta di «racket della protezione in cui i nostri alleati europei vengono a Washington come dei negozianti tremebondi e fanno un'offerta di pizzo settimanale al boss. Ma la Nato non funziona in questo modo». Spiega l'ex rappresentante d'Italia presso la Nato, Stefano Stefanini, che «prese alla lettera le parole di Trump sono quasi meno preoccupanti di quello che sottendono realmente, perché il 2 per cento di Pil in spese militari non è una quota d'associazione, è una spesa per la difesa nazionale, e nella sua testa quel 2 per cento dev'essere speso comprando in America». La realtà è che Trump - che ieri ha anche chiesto alla Corte Suprema di sospendere il verdetto contro la sua immunità nel processo sull'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio - condiziona quella che chiama «protezione» a una serie di rapporti bilaterali tra gli Usa e i singoli Paesi. «Questa visione "bilateralizzante" annienta alla radice il concetto di tutti per uno e uno per tutti che è alla base della Nato, perciò la minaccia è da prendere molto sul serio insiste l'ambasciatore Stefanini e quanti conoscono bene Trump avendo lavorato con lui alla Casa Bianca lo dicono chiaramente: questo è ciò che pensa. In un secondo mandato non sceglierebbe come collaboratori persone come Pompeo, ma "yes men" che non saprebbero tenere a freno il suo istinto disgregatore dell'Alleanza». Il problema è che la questione non si risolve, secondo Stefanini, neppure pagando quel 2%. Se la Lettonia, per esempio, che spende più del 2% per la difesa, sarà attaccata dalla Russia, Trump presidente «entrerà in guerra con la Russia per difendere la Lettonia o proporrà un patto a Putin come quello che si appresta a proporre all'Ucraina?». Ecco perché ieri il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha detto che l'Europa «ha bisogno di una seconda assicurazione sulla vita».

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I PIANI DELL'UE

Non solo la Nato, ma anche una difesa europea (che proprio la Francia non ha voluto finora). «È pericoloso delegittimare la Nato», dice il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
E il ministro polacco della Difesa, Radoslaw Sikorski, rifiuta l'idea che la Nato sia «un contratto con una società di sicurezza». Il solo fatto di mettere in dubbio la reazione dei membri dell'Alleanza se uno viene attaccato, come impone l'art. 5 del Trattato, «distrugge la credibilità del meccanismo» spiega Stefanini. Da tempo l'America è orientata verso il Pacifico come scenario in cui si giocano i principali interessi. «Gli americani - scrive The Atlantic - sono abituati a queste uscite di Trump, ma gli altri paesi lo vedono come un uomo che già una volta ha avuto in mano le chiavi dell'arsenale nucleare americano». Anche i repubblicani "atlantisti" giustificano la sparata di Trump. Il quale pesca nelle viscere dell'opinione pubblica Usa. La domanda è: quanto consenso porta a Trump, nella corsa alla Casa Bianca, l'idea di una Nato che "ha da pagare" per lo scudo Usa? E quanto, invece, rischia di spaventare gli elettori democratici e gli stessi moderati repubblicani?

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