MEDIO ORIENTE

Gaza, veto di Russia e Cina alla risoluzione Usa all'Onu per cessate il fuoco in cambio di ostaggi. Mosca: «Dava ok ad attacco a Rafah». Netanyahu: «Ci andremo anche da soli»

Sesto mese della decima guerra fra palestinesi e israeliani, le ultime notizie

Gaza, si tratta nel Qatar per una tregua, decine di tonnellate di aiuti bloccati a Rafah, l'Onu: «Situazione dispera mel nord della Striscia»

Domani nuovo voto all'Onu su tregua per Ramadan

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu voterà domattina alle 10 (le 15 italiane) la bozza di risoluzione sulla tregua a Gaza elaborata dai membri non permanenti che «richiede un cessate il fuoco umanitario immediato per il mese del Ramadan» e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi. Lo hanno comunicato all'ANSA fonti del Consiglio di Sicurezza. L'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield ha già anticipato che gli Usa sono contrari al testo.

Blinken: "Veto inimmaginabile"

«Sulla risoluzione Onu abbiamo raccolto un sostegno forte ma c'è stato il veto di Russia e Cina. Noi abbiamo mostrato il senso di urgenza legato al cessate il fuoco che porti al ritorno a casa degli ostaggi ma è inimmaginabile che alcuni Paesi non abbiano voluto seguire la nostra scia. Comunque c'è un sostegno forte e la determinazione di molti Paesi ad arrivare a un cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi». Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken, lasciando Tel Aviv, commenta lo stop del Consiglio di Sicurezza alla risoluzione Usa per colpa del veto di Cina e Russia

Macron: «Lavoriamo a nuova risoluzione all'Onu»

La Francia lavora a una nuova risoluzione all'Onu per chiedere «un cessate il fuoco immediato e l'accesso umanitario». L'obiettivo è quello di trovare un accordo con i nostri partner europei, arabi e gli Usa. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice Ue.

Cina motiva veto: «Testo Usa è ambiguo»

«Il testo americano sul cessate il fuoco a Gaza è ambiguo e non è all'altezza delle aspettative della comunità internazionale». Lo ha detto l'ambasciatore cinese all'Onu Zhang Jun, che ha bloccato insieme alla Russia la bozza di risoluzione. «Inoltre il testo è sbilanciato su molti altri aspetti, ad esempio il fatto di non esprimere una chiara opposizione del Consiglio di Sicurezza a un attacco israeliano a Rafah manda un segnale sbagliato», ha aggiunto.

Netanyahu a Blinken: «Andremo a Rafah anche senza Usa»

«Ho detto» a Blinken che «non c'è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. E gli ho detto che spero che lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se sarà necessario lo faremo da soli». Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu al termine dell'incontro con il segretario di Stato Antony Blinken. «Gli ho detto che apprezzo davvero il fatto che da più di 5 mesi combattiamo insieme contro Hamas. Gli ho anche detto che riconosciamo la necessità di evacuare la popolazione civile dalle zone di guerra e ovviamente di occuparci anche dei bisogni umanitari e stiamo lavorando a tal fine».

Mosca motiva il veto: «Dava ok ad attacco a Rafah»

«Supportare questo testo significa coprirsi di vergogna, non possiamo permettere al Consiglio di Sicurezza di essere uno strumento di Washington per le sue politiche in Medio Oriente. E il testo americano dà a Israele la luce verde per un attacco a Rafah». Cosi l'ambasciatore russo all'Onu, Vassily Nebenzia, che ha messo il veto insieme alla Cina sulla bozza Usa per il cessate il fuoco a Gaza. «Per sei mesi il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di chiedere un cessate il fuoco a Gaza a causa del ripetuto veto degli Usa, e ora dopo sei mesi con la Striscia praticamente spazzata via, gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco».

Usa: «Cinismo dietro veto Russia e Cina»

«Ci sono due ragioni profondamente ciniche dietro questo veto: primo Russia e Cina non vogliono condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Inoltre semplicemente non vogliono vedere adottato un testo elaborato dagli Stati Uniti». Lo ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield dopo il fallimento in Consiglio di Sicurezza della risoluzione Usa sulla tregua a Gaza. «Sappiamo benissimo che dietro tutta la retorica, Russia e Cina non fanno nulla di diplomatico per una pace duratura o per contribuire sinceramente agli sforzi umanitari», ha aggiunto.

Veto di Russia e Cina alla risoluzione Usa all'Onu su Gaza

Russia e Cina hanno bloccato con il veto in Consiglio di Sicurezza Onu la risoluzione elaborata dagli Usa sulla tregua a Gaza che «determina l'imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza umanitaria essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria».

Il testo ha ottenuto 11 voti a favore, 3 voti contrari (l'Algeria oltre al veto di Russia e Cina), e un astenuto, la Guyana. 

Gantz a Blinken: "Imperativo completare azione con Rafah"

«È imperativo» completare la missione a Gaza, «Rafah inclusa e smantellare i terroristi di Hamas a seguito del massacro del 7 ottobre». Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz al segretario di stato Usa Antony Blinken nell'incontro tra i due. Gantz ha poi aggiunto che «Israele continuerà a consentire soluzioni umanitarie per la popolazione civile a Gaza, assicurandosi che gli aiuti non cadano nelle mani di Hamas». Gantz, che ha ringraziato Blinken per il sostegno Usa a Israele e alla sua sicurezza, ha poi aggiunto che con il segretario di stato Usa ha discusso «ulteriori future strategie per integrare stabilità e sicurezza regionali». 

Blinken di nuovo a Tel Aviv

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato a Tel Aviv, in Israele, per l'ultima tappa del suo sesto viaggio nella regione dall'inizio della guerra. Lo riporta Haaretz. Blinken incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo gabinetto di guerra. E vedrà anche le famiglie degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza.

La Cina sostiene le iniziative dell'Onu per la pace

La Cina sostiene le iniziative «responsabili» del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per porre fine ai combattimenti a Gaza senza precisare se Pechino, che occupa un seggio permanente con potere di veto nel Consiglio, sosterrebbe un progetto di risoluzione degli Stati Uniti sulla necessità di un cessate il fuoco immediato. «La Cina sostiene il Consiglio di Sicurezza nell'intraprendere quanto prima ulteriori azioni responsabili e significative per compiere gli sforzi necessari per far cessare i combattimenti a Gaza in tempi brevi», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian.

Delegazione israeliana in Qatar

È partita per il Qatar - su indicazione del premier Benyamin Netanyahu - la delegazione israeliana per una nuova tornata a Doha di negoziati su Gaza. Lo ha fatto sapere la Radio pubblica. La missione è guidata dal capo del Mossad David Barnea che incontrerà sul posto il direttore della Cia William Burns e i mediatori di Egitto e Qatar. Insieme a Barnea c'è anche il capo dello Shin Bet (Sicurezza interna) Ronen Bar.

Egitto, arrivare decine di tonnellate di aiuti, ma il valico di Rafah resta chiuso

Continuano all'aeroporto di Al Arish, nel Nord Sinai, gli arrivi di aerei carichi di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza. Mohamed Selim, portavoce ufficiale del governatorato del Nord Sinai, ha riferito che questa mattina lo scalo ha accolto un aereo proveniente dalla Russia che trasportava 29 tonnellate di cibo e medicine per la Striscia di Gaza. Atterrato anche un aereo dagli Emirati che trasportava 20 tonnellate di aiuti oltre a 12 barili di carburante per l'ospedale degli Emirati nella Striscia di Gaza. Ieri erano arrivati due aerei dal Qatar e dagli Emirati, tra i Paesi più attivi negli aiuti per Gaza, con un carico complessivo di 61 tonnellate di generi di prima necessità. Le merci vengono scaricate e trasferite ai magazzini logistici della Mezzaluna Rossa in attesa del via libera ai varchi. Dal 12 ottobre, giorno di apertura del valico di Rafah, ad Al-Arish sono arrivati 689 aerei.

Gaza, nel sesto mese della decima guerra fra palestinesi e israeliani si tenta di nuovo la via della diplomazia per fermare la carneficina che dal 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas a Israele,  ha causato la morte di oltre 1.300 civili israeliani e oltre 30mila civili palestinesi, senza contare le vittime in Cisgiordania dove pure è alta la tensione. 

Terribile la situazione nella Striscia, soprattutto al Nord dove lo scenario «è più che disperato». È quanto sostiene in un post sul social X l'agenzia Onu per il soccorso ai rifugiati palestinesi (Unrwa), precisando che il suo staff ha visitato l'ospedale Kamal Adwan nella zona devastata. «Sono stati consegnati carburante e forniture mediche, ma gli aiuti sono solo un rivolo. Il cibo deve raggiungere il nord ora per evitare la carestia», ha aggiunto l'Unrwa.

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